Questa volta non hanno chiesto l’intermediazione della politica locale, le mamme ragusane arrabbiatissime che gridano a gran voce per ‘pretendere’ la riapertura del reparto di Pediatria al Giovanni Paolo II°. Lo stanno facendo da un loro profilo social in cui capeggia un piccolo Hulk incazz…..mo. che urla la propria protesta contro l’immotivata e prolungata chiusura di quel reparto di pediatria che è stato per decenni un punto di eccellenza e di riferimento per tutti i piccoli che ne avessero necessità e per i loro genitori in ambasce. Le ‘mamme ragusane’ così si firmano hanno anche diffuso una nota stampa che riportiamo integralmente “con il cambio dell’immagine del proprio profilo Facebook, in cui è rappresentato un piccolo Hulk arrabbiatissimo che chiede la riapertura di Pediatria al Giovanni Paolo II, moltissime mamme ragusane hanno avviato il loro percorso di protesta, considerato che non è più possibile attendere oltre rispetto a una esigenza pressante ravvisata dall’intera città. Protesta per la chiusura e richiesta per la riapertura visto che tutto è rimasto inesorabilmente bloccato da mesi.
Naturalmente, l’invito che nasce attraverso i social è quello di coinvolgere quante più persone possibile, dando vita, dal basso, a un movimento che faccia sentire la propria voce e che avvii, se necessario, delle interlocuzioni con gli organi competenti, in questo caso i vertici dell’Asp. Passato il periodo natalizio, ovviamente, il confronto con gli organi preposti si renderà necessario per capire quale la strategia migliore su questo fronte al fine di garantire risposte certe a tutti i piccoli pazienti residenti sul territorio del capoluogo. “E’ innegabile – spiegano le mamme – che non si può continuare a fare finta di niente. Anche da palazzo dell’Aquila ci si attende maggiore sollecitudine, affinché lo stesso venga incontro alle legittime richieste delle mamme”. Un commento lo riteniamo necessario: perfettamente individuati gli interlocutori locali da cui si attendono risposte reali e concrete.
I vertici dell’Asp, nonostante i giri di valzer con cui si sta cimentando il Governo regionale nominando e rinominando i commissari straordinari (abbiamo dato la notizia della nomina di Fabrizio Russo con decreto del 28 dicembre che sostituisce Gaetano Sirna nominato lo scorso settembre), e il sindaco che, lo ricordiamo a scanso di amnesie, è la principale autorità sanitaria cittadina. A questo proposito e a onor del vero pochi giorni fa, il 21 dicembre per l’esattezza, dall’ufficio stampa di Palazzo dell’Aquila era stata diffusa una nota congiunta dei sindaci della provincia in cui si affermava “la sanità iblea patisce note e diffuse criticità che penalizzano tutti i presidi ospedalieri della provincia, e più in generale l’attività sanitaria del territorio. In questo contesto, che la Regione non si decida alla nomina dei nuovi vertici dell’Azienda Sanitaria è inaccettabile”. Rivolgendo “un forte appello al Governo Regionale”, i sindaci iblei chiedevano “fortemente che si provveda quanto prima alla nomina, restituendo ai sindaci ed ai territori la naturale funzione di orientamento delle scelte, con l’obiettivo di mettere al centro il benessere del paziente e il diritto degli operatori sanitari a lavorare nelle migliori condizioni possibili”.
Ma nel frattempo le proteste sulle criticità della sanità provinciale sono diventate quasi un coro. Ricordiamo per esempio la dura presa di posizione del coordinatore provinciale di Italia Viva, Salvo Liuzzo che aveva chiesto lumi sulle cause della chiusura della Rsa di Comiso probabilmente dovuta ad infiltrazioni di acqua dal soffitto e che non ci è parso molto soddisfatto delle risposte date dal direttore sanitario dell’Asp Raffaele Elia, E sempre Liuzzo due giorni fa, il 27 dicembre, commentava così il ritorno dell’Oculistica a Vittoria “rappresenta l’ennesima sconfitta per l’ospedale di Comiso”. Anzi l’esponente di Italia viva aveva azzardato un’ipotesi “non vorrei che, alla luce della chiusura dell’Rsa di Comiso, scaturente da un controllo dei Nas, qualcuno abbia pensato di trasferire gli anziani nei locali che ospitano il reparto di Oculistica di Comiso spostando quest’ultimo in fretta e furia per fare posto ai trenta posti letto della struttura appena chiusa. Pare che, nel reparto di Oculistica, i bagni siano fatiscenti e le porte non consentano il transito delle sedie a rotelle per i disabili”. E rimanendo in tema di trasferimento di reparti da una città all’altra, in quel caso l’Otorinolaringoiatria da Ragusa a Modica, già a metà novembre il consigliere comunale ragusano Gianni Iurato di Ragusa prossima aveva commentato “la sanità, le scelte dell’Asp e l’incapacità dei sindaci iblei di tracciare una politica condivisa a tutela dell’utenza del territorio”.
Iurato aveva poi tracciato un quadro deprimente “con l’ulteriore chiusura del reparto di Otorinolaringoiatra che segue già la chiusura di Nefrologia, Pediatria e Neurologia stroke del Giovanni Paolo II, emerge a chiare lettere che i sindaci, pur essendo le prime autorità sanitarie delle proprie comunità, sono sempre più isolati rispetto alla indipendente gestione sanitaria delle Asp locali competenti. Nessuno pensa di entrare nell’autonomia gestionale amministrativa delle Asp, purtroppo c’è già troppa politica regionale a farlo, ma il buon senso, cosa rara sia nella gestione della Sanità e nella Amministrazione delle città, vorrebbe almeno che il riordino geografico dei reparti ospedalieri e dei vari servizi territoriali sanitari, fossero almeno oggetto di confronto preventivo con i sindaci dei Comuni a cui fanno riferimento le varie Asp”. Insomma, con buona pace del più che volenteroso ed attento Gianni Iurato, tutto il contrario di quello che sta accadendo sotto i nostri occhi. (daniele distefano)