“Il Movimento 5 stelle è stato sempre favorevole alle fonti green ma non possiamo accettare che queste non siano normate, pertanto condividiamo le preoccupazioni e i dubbi che si stanno sollevando sulla questione del fotovoltaico in Sicilia ed in particolar modo nello sciclitano, in provincia di Ragusa”. Lo dice la deputata regionale del M5s, Stefania Campo, alla luce del dibattito che si sta sviluppando in queste ore sulle rinnovabili, e che nella provincia iblea sta vedendo numerosi gruppi politici e associazioni prendere posizione per chiedere alla Regione l’immediata sospensione dell’iter autorizzativo degli impianti su suolo agricolo nel territorio ibleo.
A Scicli è già stato autorizzato un anno fa dalla Regione un impianto agrivoltaico in contrada Landolina che occuperà 22 ettari di suolo agricolo, e in più ci sono altri due impianti di dimensioni inferiori. Altri quattro attendono invece ancora il parere positivo. “Il presidente della Regione Renato Schifani per tutta risposta è addirittura andato contro il suo stesso assessore all’Energia e ai Servizi di Pubblica Utilità, Roberto Di Mauro che con la giusta prudenza aveva stoppato tutte le autorizzazioni fino al 31 gennaio per avere il tempo di valutare in modo più ampio i progetti e la loro compatibilità con le zone dove sono previsti. Sempre Schifani ha inoltre dichiarato che la Commissione tecnica specialistica, in questi anni, avrebbe rilasciato troppo poche autorizzazioni: vorremmo ricordare al presidente della Regione che i numeri alti non sono necessariamente sinonimo di efficienza, anzi concedere troppe autorizzazioni e in tempi brevi potrebbe essere indice di scarso controllo del territorio e di superficialità; inoltre lo stesso Angelini, presidente dimissionario della Commissione stessa, ha di contro risposto con numeri alla mano che mai le autorizzazioni sono state così tante.
A questo punto ci chiediamo se il presidente non voglia abolire direttamente la Commissione e continuare a sostenere la tesi della deregulation. In più di un’occasione, anche con atti parlamentari e interventi in Aula – rileva Campo – abbiamo chiesto particolare attenzione all’individuazione puntuale delle aree non idonee alla installazione di impianti da fonti rinnovabili perché una maggiore chiarezza avrebbe aiutato sia le imprese che le autorità regionali che dovevano condurre le delicate analisi sulla compatibilità ambientale. Gli organi regionali invece hanno deciso di non adottare una scelta che sarebbe stata innanzitutto di carattere politico, definendo in maniera chiara quali aree della Sicilia fossero sacrificabili per la produzione di energia solare. Annunciamo fin da ora un atto per chiedere la sospensione di tutte le autorizzazioni in istruttoria e in attesa: della ricomposizione del plenum della Cts, presidente incluso, visto che è ancora in corso la procedura per la nomina dei nuovi componenti e perché si aggiorni il Piano energetico regionale con la mappatura delle aree idonee.
La Sicilia non può diventare un immenso campo fotovoltaico a fronte dell’assenza di qualsiasi tipo di regolamentazione, e per questo già la scorsa legislatura, abbiamo presentato un ddl per pianificare le installazioni in Sicilia ed evitare il far west nel settore, riproposto anche nella legislatura vigente. Proprio in questo momento, quando famiglie e aziende sono gravate dal caro energia – conclude Stefania Campo – c’è bisogno di avere leggi e orientamenti chiari, e non battibecchi e scaramucce politiche come quelle a cui stiamo assistendo”.