Scoperta una nuova specie di serpente. Si tratta di un boa nano. I particolari della scoperta sono stati resi noti all’interno di una rivista specializzata, vale a dire l’European Journal of Taxonomy. Nell’articolo sono presenti i dettagli di questo animale dalle dimensioni ridotte, con l’inevitabile confronto con altri serpenti. A spiegare meglio quello che è accaduto sono stati alcuni ricercatori dello stesso Ecuador, del Brasile e della Germania.
Boa nano: caratteristiche e colore
La nuova specie di boa nano è caratterizzata da un colore chiaro, tendente al marrone, con caratteristiche che ricordano il boa constrictor. La lunghezza non supera i 30 centimetri, mentre la larghezza della testa è di appena 7 millimetri. Il nome scelto per identificarlo d’ora in poi è, come avviene puntualmente in questi casi, piuttosto complicato: l’animale è infatti noto come Tropidophis cacuangoae. La famiglia dei Tropidophis è tipica della sola America Latina e il nome semplificato è appunto quello di boa nani. I numeri in merito sono davvero impressionanti.
L’ultima scoperta avvenuta in Ecuador ha fatto salire a 34 il totale delle specie identificate per quel che concerne questo tipo di boa nano. Tra l’altro, si tratta di serpenti speciali, visto che secondo gli esperti rappresentano una vera e propria reliquia del tempo. Negli esemplari maschi sono stati trovati resti di ossa pelviche, vale a dire una caratteristica unica dei rettili primitivi: in poche parole, questo dettaglio significa che i serpenti stessi avrebbero perso le gambe milioni e milioni di anni fa. L’obiettivo dei ricercatori è a questo punto quello di scovare lo stesso tipo di boa anche in Perù, paese che condivide con l’Ecuador la maggior frequenza di avvistamenti.
Le minacce contro il boa nano
Tra l’altro, la nuova specie di cui si sta parlando viene considerata endemica in territorio ecuadoriano. Per ora ogni supposizione si basa su appena due esemplari verificati: un terzo serpente invece non è stato ancora identificato ufficialmente come Tropidophis cacuangoae, dunque potrebbe anche trattarsi di una ulteriore specie mai descritta. Il fatto che non ci siano molti esemplari ha fatto propendere gli esperti per il possibile inserimento tra le specie minacciate, nonostante sia ancora necessaria qualche valutazione sulla popolazione. La novità zoologica ha comunque fatto esultare i ricercatori per un motivo ben preciso.
Stando a quanto dichiarato da coloro che hanno esaminato da vicino il boa nano di cui si sta parlando, la scoperta ha messo in luce il bisogno di velocizzare le ricerche nelle aree più remote della Terra, caratterizzate da moltissime lacune dal punto di vista informativo. Il fatto che riescano a mimetizzarsi alla perfezione con le foglie e con la vegetazione del sottobosco non rende semplice questo compito. Le speranze sono rivolte tutte alle femmine che sono in grado di dare alla luce dai 5 ai 10 piccoli, permettendo alla popolazione di rimanere piuttosto stabili.