Una disamina impietosa e una inequivocabile condanna per l’operato dell’Assemblea Territoriale Idrica che comprende i dodici Comuni del Ragusano, è quella proveniente dal consigliere comunale Paolo Monaca, della lista ‘CambiamoDavveroIspica’ ed esponente provinciale del movimento di Cateno De Luca con cui lo scorso autunno si è candidato alle Regionali. In particolare Monaca addebita all’organismo sovracomunale, chiamando però in causa anche il nuovo gestore, ovvero la società Iblea Acque SpA “la bocciatura per la seconda volta della possibilità di ricevere un finanziamento di oltre 47 milioni di euro per la razionalizzazione e modernizzazione della rete idrica provinciale”.
Con una lunga ed articolata nota il consigliere ispicese spiega e commenta l’accaduto. “Un altro buco nell’acqua per i dodici Comuni iblei che hanno perso, per la seconda volta nel giro di pochi mesi, l’opportunità di vedersi riconosciuto un finanziamento di oltre 47 milioni di euro concernente la “razionalizzazione e modernizzazione della rete idrica finalizzato alla riduzione delle perdite compresa digitalizzazione e monitoraggio”. Nella prima finestra dello scorso maggio, quella graduatoria aveva visto escludere il progetto dell’Ati Ragusa perché lo stesso avrebbe dovuto essere presentato dal gestore unico del servizio idrico integrato dell’intera provincia di Ragusa. Quindi, nella seconda finestra che scadeva a ottobre 2022, la società Iblea Acque S.p.A., nella qualità di nuovo gestore, ha presentato il progetto che non è stato meritevole di ricevere il finanziamento non avendo raggiunto il punteggio minimo previsto dal bando pubblico”.
“Ricordo come, nottetempo, lo scorso mese di maggio – prosegue Monaca – i Consigli comunali della nostra provincia furono convocati in seduta urgente e straordinaria per deliberare la costituzione della società in house con la motivazione di non perdere i finanziamenti del Pnrr in questione. Inoltre, l’8 marzo 2023 è prevista un’udienza al Tar di Catania in cui ci sarà una pronuncia di merito sull’iter che ha portato alla costituzione della società Iblea Acque S.p.A. e cioè se ci sono state irregolarità procedurali o meno. Quindi, alla luce di questa ulteriore nuova notizia, possiamo dire che si tratta di una triste vicenda che dimostra il fallimento innanzitutto della governance della nuova società in house ma tutto ciò è strettamente connesso anche all’imbarazzante indirizzo dato alla stessa vicenda da parte di una certa classe politica che ha deciso di intraprendere tale percorso, classe politica totalmente scollegata col territorio, con le esigenze dei cittadini perché ancora una volta vuole affrontare con fretta, con superficialità ma anche con una certa supponenza alcune vicende amministrative importanti come questa”.
“Stiamo parlando, a proposito dei finanziamenti Pnrr – continua Monaca – di un treno che non passerà più e sarebbe veramente un danno epocale che si fa al territorio, un esempio di mala amministrazione. Il nostro approccio, come movimento politico, è totalmente diverso e denunciamo fortemente tutta la gestione di questa vicenda. Il nostro vuole essere un approccio totalmente orientato al risultato e sempre esprimendo grande professionalità e grande onestà, ascoltando i territori e gli stakeholders, liberi da logiche partitocratiche e da rigidi colori politici che, come spesso accade, cercano di interferire con la sana gestione politica e amministrativa dei territori. Inoltre, come consigliere comunale di Ispica, informo di avere già inoltrato all’Ati di Ragusa una pec richiedendo una copia del progetto trasmesso al ministero per partecipare all’avviso pubblico, anche per verificare come mai abbiamo conseguito un punteggio minimo, totalmente insufficiente”.
“Mi dispiace constatare, infine – conclude Monaca – come questa occasione sia stato l’esempio di una certa perdita di competitività del nostro territorio rispetto anche alle altre province dove invece si sono mossi, hanno lavorato bene e sono stati bravi visto che hanno avuto finanziati i progetti. E’ paradossale come la nostra provincia, che da una parte esprime eccellenze aziendali di un certo tipo nel settore privato, dall’altra parte si veda mortificata nella gestione della cosa pubblica. E’ una grave beffa che subiamo, che difficilmente potrà essere riscattata, soprattutto quando parliamo di finanziamenti totalmente a fondo perduto”. Insomma una denuncia pubblica su un fatto oltremodo increscioso per l’intera comunità iblea, alla quale sarebbe doveroso che le parti in causa, ATI Comuni e la società Iblea Acque dessero risposta e chiarimenti. (da.di.)