Dopo circa un decennio dal precedente, il Comune di Ragusa si è dotato di un nuovo piano di protezione civile, che ha tenuto come riferimento complessivo e concreto la prevenzione di possibili calamità, in particolare quelle legate ai rischi idrogeologici, sismici, incendi o qualunque evento che metta a repentaglio l’incolumità della popolazione. L’assessore al ramo, Giovanni Iacono, che vi ha lavorato con gli uffici comunali coinvolti, con il gruppo comunale di protezione civile e con i giovani del Servizio Civile, coordinati dalla Pianif. Costanza Dipasquale, ne spiega i contenuti.
“Dopo 10 anni, abbiamo rivisto tutto il Piano Comunale di Protezione Civile; è questo un grande risultato, uno degli atti più importanti del Consiglio comunale. Il piano è stato rivisto non solo sulla base delle più recenti norme regionali e nazionali in materia, ma anche con l’inserimento di una serie di rischi che prima non c’erano. Sono quelli legati al cambiamento climatico; basti pensare alle alluvioni, al vento, al ghiaccio e agli incendi causati da lunghi periodi di siccità, a quelli che vedono coinvolte infrastrutture come dighe, ferrovie, viabilità. Si è provveduto anche a inserire il rischio sismico in base alla normativa varata nel 2022 che ha visto la nostra zona essere inserita nel livello 1° di criticità.
È stata anche rivista la mappatura di tutte le aree, da quelle di raccolta a quelle di soccorso e a tutte quelle che occupano ruoli nevralgici e importanti nella fornitura di assistenza”. L’attuale Piano Comunale di Emergenza del Comune di Ragusa è quello approvato con Delibera della Giunta n.208 del 25 maggio 2011 aggiornato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 47 del 23 ottobre 2013. A distanza di un decennio l’Amministrazione Cassì ha provveduto a introdurre ulteriori aggiornamenti e integrazioni in modo da renderlo ancora più efficace e attuale, soprattutto sulla base di alcune considerazioni: la presenza di nuove normative, direttive e linee guida su vari temi di protezione civile; le mutevoli condizioni del territorio che rendono necessario un aggiornamento delle procedure di gestione dell’emergenza. Il nuovo piano andrà a colmare le lacune presentate dal vigente che quindi risulta incompleto per quanto riguarda la valutazione di alcune tipologie di rischio presenti sul territorio. In particolar modo si è provveduto ad aggiornare i piani delle vie di fuga, le mappe delle zone a rischio idrogeologico e idraulico, la classificazione sismica del territorio, individuando canali specifici di collegamento con le sovrastrutture regionali e nazionali e con altre strutture territoriali finalizzati a interventi medesimi.
È stato dato un ruolo importante alla previsione degli eventi con attività, svolte anche con il concorso di soggetti scientifici e tecnici competenti in materia, dirette all’identificazione degli scenari di rischio probabili e, ove possibile, al preannuncio, al monitoraggio, alla sorveglianza e alla vigilanza in tempo reale degli eventi e dei conseguenti livelli di rischio attesi. È questa la prevenzione che consiste nelle attività volte a evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi, anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione. La prevenzione dei diversi tipi di rischio si esplica in attività non strutturali concernenti l’allertamento, la pianificazione dell’emergenza, la formazione, la diffusione della conoscenza della protezione civile nonché l’informazione alla popolazione e l’applicazione della normativa tecnica, ove necessarie, e l’attività di esercitazione. Il soccorso consiste nell’attuazione degli interventi integrati e coordinati diretti ad assicurare alle popolazioni colpite dagli eventi ogni forma di prima assistenza. (da.di.)