ROMA (ITALPRESS) – In Turchia e Siria continuano gli sforzi dei soccorritori per far fronte alle conseguenze disastrose del terremoto che si è verificato nella notte del 6 febbraio e dalle altre scosse registrate nelle ore successive. Una vera corsa contro il tempo per cercare di salvare quante più persone possibili, anche se il bilancio delle vittime continua ad aggravarsi: si contano ora oltre 6 mila morti. I numeri, però, sono ancora provvisori. In Turchia almeno 4.544 persone sono rimaste uccise, altre 26.721 sono state ferite e oltre 8.000 sono state messe in salvo nel territorio colpito dal sisma, secondo quanto riferito dall’agenzia turca Anadolu, che cita l’autorità per la gestione delle emergenze del paese. In Siria, in base a quanto riporta Sky News, almeno 812 persone sono morte nelle aree controllate dal governo e circa 1.020 hanno perso la vita nelle zone controllate dall’opposizione.
Si scava ancora tra le macerie causate dalla potente scossa che ha raso al suolo palazzi, edifici e monumenti. Tantissime le vittime, ma anche diverse persone messe in salvo. Le immagini dei salvataggi trasmesse dai media turchi riaccendono la speranza. Come nel caso, riportato da Anadolu, della bambina di quattro anni estratta viva dalle macerie 33 ore dopo il terremoto nella provincia di Hatay. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che aveva definito il terremoto come il peggiore che abbia colpito la Turchia dal 1938, ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nelle dieci province colpite dal sisma. Il paese è in lutto nazionale fino a domenica 12 febbraio.
Intanto arrivano aiuti e solidarietà da tutto il mondo. “Sono vicino con tutto il cuore alle persone colpite dal terremoto in Turchia e Siria”, ha scritto su Twitter Papa Francesco. “Continuo a pregare – ha continuato il pontefice – per quanti hanno perso la vita, per i feriti, i familiari, i soccorritori. L’aiuto concreto di tutti noi li possa sostenere in questa immane tragedia”.
La squadra di soccorritori italiani stamattina è giunta in Turchia ed è già al lavoro. Intanto la Farnesina sta ancora cercando di mettersi in contatto con l’unico italiano che non è stato ancora rintracciato tra i connazionali presenti sul luogo del terremoto.
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