Fuochi d’artificio in ogni senso e in ogni dove. Ieri, il Festival di Sanremo (serata da 8), è stato un knockout fino all’ultimo minuto, quello più…Duro. Angelo Duro (8 e pure di più), comico palermitano, 41 anni, irriverente (eufemismo), ‘cognomen omen’, capace di una performance di un quarto d’ora che non ha risparmiato nessuno, Amadeus (ieri sera da 7.5/8) compreso. Insulti, parolacce, parole pesanti. Al punto che il creatore del festival numero 73, ha messo in dubbio il suo futuro in tv solo per averlo scelto e fatto esibire. Un gran momento di tv riservato ai nottambuli come il sottoscritto e dopo quello politicamente scorretto del signor Ferragni, al secolo Fedez (5.5), che ha rappato il suo odio politico, il suo credo militante d’area, la sua avversione al Codacons (3 perché si è buoni), parlando di se stesso -è vizio di famiglia, evidentemente…- assumendosi la responsabilità della sequela di j’accuse non comunicati e, dunque, non setacciati dai controllori RAI, salvo poi riservarci un finale di brano dalla forte commozione, ricordando Gianluca Vialli (10 eterno) e il suo esempio.
Come se non bastasse già questo, altro momento di forte impatto, Pegah (voto 9), la ragazza italo-iraniana che prima da sola e poi con Drusilla Foer (8), c’ha ricordato di aprire gli occhi e le orecchie sul mondo, sui ragazzi che vivono e muoiono nel suo Paese, cui è negato ogni diritto di essere, di esistere, di fare, di dire, di cantare, di abbracciarsi, di baciarsi, raccontando tutto con le parole di un brano di libertà e sciogliendosi i capelli per urlare ad ognuno di noi di fare qualcosa. E farla davvero. E sin qui il corollario che corollario non è. E le canzoni in gara? Calma, prima posizionamoci alle 21.20 e ad una mezzoretta abbondante di boomerismo a valanga e di emozione da accapponare la pelle. Gianni Morandi (10), Massimo Ranieri (10) e Albano (80 come gli anni che compirà tra poco). Mammamia!!! “Tutto molto bello”, direbbe Bruno Pizzul (8 di nostalgia). C’è chi cantava con loro e chi mente. Ma come si fa a non farlo? E’ stato bellissimo, confondersi fra i loro successi sanremesi e non; più di mezzo secolo di musica italiana che avevi voglia non finisse mai. Bisognerebbe scrivere solo di loro. Non si può. Peccato.
E i cantanti? Al vertice della serata e secondi della generale, Colapesce e Di Martino (8 alla canzone e all’interpretazione di ieri anche se la ‘musica leggerissima’ era di altro livello) e poi la straordinaria Madame (9 come cantante e 1 come ‘vaccinata’) che arriverà nella top5 e che per me dovrebbe giocarsi la vittoria con Elodie (10 ogni volta che ci penso). Bene bene gli Articolo 31 (7.5), Levante bionda (7.5) e Tananai (canzone ruffiana sanremese classica ma da 7.5 meritato) e più che bene Rosa Chemical (8) che mi pare un Achille Lauro (8) che prova a farcela e potrebbe pure riuscirci. LDA (6) mischino ci prova ma il dna non lo aiuta mentre Paola e Chiara (6.5) dimostrano che in fondo, non sono lì per caso, forse manco per merito e forse manco perché sono Paola e Chiara. Ci sono e basta. Un giorno, qualcuno spiegherà perché Will (4) fa il cantante e non altro nella vita, perché i Modà (5) insistono e Checco (7) non se ne va definitivamente da solo, perché il parrucchiere di Sethu (3) con l’accento sulla ‘u’ non ha fatto giardinaggio, attività verso cui mostra talento, spiegherà a Lazza (6) che non si applica abbastanza perché può fare molto ma molto di più -e la sua Cenere mi piace assai- e a Shari (voto 2 perché oggi piove e sono buono) che ha cantato come si è vestita: male.
Infine Giorgia (9 alla carriera e 3 al suo Sanremo 2023). Può essere che non si sia accorta di una canzone debole? Fatta non solo di ‘parole dette male’ ma anche di note scritte peggio? Che avrebbe prodotta una performance tutta da dimenticare come quella di ieri? Amorfa? Inutile? Insignificante (un ossimoro se parliamo di Giorgia)? Peccato davvero. E Mengoni (7.5 dopo averlo risentito) se la gode. Da Francesca Fagnani (voto 6 senza infamia e senza lode) mi aspettavo di più. Non è lady Mentana perchè è brava a prescindere. La sua intervista a Morandi e Amadeus è sembrata più da pulcino bagnato che da belva -episodio di Falerna e incontinenza diarreica di Morandi a parte- e per il resto ha fatto il compitino senza trasmettere nulla. E pure il monologo, è stato in linea con questo suo, anonimo impatto festivaliero.
Ah, c’erano pure Francesco Arca (beddu picciotto, bravo attore ma ieri NC) e Mario De Leva (baby attore, ultras del Napoli, che esulo da giudizio e voto perché ancora minore). C’erano… Apparsi nel momento giusto che serve per spegnere la tv della cucina, mettersi sul divano e accendere quella del salotto, senza perdersi niente di importante del festival. Renga (7) e Nek (7), si sono congelati, cantando incappottati e imbacuccati ma cantando. Perla incastonata ella serata da 8 di cui sopra, i Black Eyed Peas (9). Un quarto d’ora abbondante che ha trasformato l’Ariston. Sembrano un po’ i Village People (8 nostalgico) riveduti e corretti ma da 20 anni sono assolutamente top. Top, top, top! Ottimi. Nota a margine: Ma quant’è brutta la mascotte di Cortina/Milano proposta da Morandi? Poveri ermellini… Seconda nota a margine: ma perché Francesca Lollobrigida (voto 8 alla pattinatrice) era lì ieri sera?
Ps: Fiorello (9 perenne). Alle 01.40, dopo un paio di finestre tv festivaliere in cui, da solo, valeva la pena della nottata, è di nuovo andato in scena da Roma, diversamente da quanto minacciato la prima notte. E’ un genio, un Siciliano, una fonte inesauribile di buonumore, sia che parli sia che stia zitto. Che dire? Avercene…(di Salvatore Cannata)