“Cartoline da casa mia” racconta il fenomeno Hikikomori e la rinuncia alla vita. Nudo in una scena nuda come nudo è il dolore di Fosco, interpretato da un ottimo Bruno Petrosino, che sul palco di Spazio Bis, per la rassegna “Sguardi” della Compagnia “Buio in Sala“, diretta da Massimo Giustolisi e Giuseppe Bisicchia, racconta il fenomeno dell’ “Hikikomori” o dell’isolamento volontario nelle proprie stanze. Per la prima volta in Sicilia lo spettacolo “Cartoline da casa mia” di Antonio Mocciola, introdotto da Elina Valenti, psicologa coordinatrice area psicologia Regione Sicilia Associazione Hikikomori Italia, e da Marcella Greco, coordinatrice regionale Associazione Hikikomori Italia Genitori Onlus, è la rinuncia al mondo esterno da parte del giovane protagonista e di tutti quei giovani under 35 che scelgono di non vivere.
Giorno e notte si confondono all’interno di quella stanza in cui si convince di essere libero e dove una mattina di maggio ha deciso di rinchiudersi. Uscirebbe, forse, se avesse la certezza di trovare un mondo immobile, privo di vita ed invia “Cartoline da casa mia”, con i suoi pensieri. Un’intera messa in scena che è un vero grido nella notte rimasto inascoltato per anni da quando la mano sinistra del fratello gemello gli tappava la bocca mentre la destra toccava le sue parti intime. È anche il racconto degli anni di scuola quando veniva bullizzato e i professori facevano finta di 0non sentire o ancora quando il nonno gli insegnava a marciare ed ubbidire, mentre la mamma gli inculcava la vergogna per il suo corpo e per tutti i corpi.
Il pubblico viene trascinato da un turbinio di emozioni contrastanti e dolorose, in un’atmosfera forte e allo stesso tempo truce attraversata da un fiume in piena che è la coscienza e il dolore del protagonista. L’eccellente Bruno Petrosino in quel quadrato delimitato dallo scotch bianco, il suo rifugio, evita ogni contatto con la società, perché lo ha rifiutato, rigettato, umiliato, deriso e schernito per tutta la vita e soprattutto lo vorrebbe diverso. Tutto il plot narrativo si basa sul racconto di una storia scomoda che dipinge con toni chiaroscuri i tanti orrori di una società sporca e consenziente fatta di vizi, vite spezzate e inconfessabili complicità di ibride verità ideate per nasconderne una più grave e complessa. Un atto unico decisamente forte da cui è difficile staccarsi per l’analisi interiore dell’essere umano per un monologo, che senza alcun cedimento, è pura energia interiore che urla tutto il disagio dell’anima.