Dominata dalla questione della realizzazione di un enorme parco eolico off shore dinanzi alla costa iblea, la giornata di San Valentino, nel corso della quale si è tenuta presso l’ex provincia una riunione dei sindaci dei comuni del ragusano, convocata dal commissario del Libero Consorzio Salvatore Piazza. Riunione che ha visto la presentazione da parte del deputato regionale Pd Nello Dipasquale di un documento di opposizione sull’impianto in questione, denominato ‘Scicli’. “Un documento – spiega Dipasquale – di opposizione all’avviso per le osservazioni /opposizioni in merito al rilascio della concessione demaniale trentennale per la realizzazione dell’impianto eolico offshore denominato “Scicli”, che dovrebbe sorgere proprio davanti alla costa sciclitana con opere di connessione ricadenti anche nel Comune di Ragusa”.
Il parlamentare Ars ragusano fa una panoramica sulla vicenda “domani (oggi, mercoledì 15 febbraio, per chi legge n.d.r.) scade il termine ultimo perentorio per presentare le osservazioni ma su questa vicenda è necessario approfondire il più possibile tutti gli aspetti tecnici, quindi il territorio ha bisogno di tempo per farlo. Personalmente sono convinto che la realizzazione di impianti eolici a mare comportino conseguenze negative sulla navigazione, sulla pesca e sul paesaggio. C’è tutta una serie di prescrizioni che regolerebbero in modo nuovo la navigazione intorno alle aree interessate e parliamo di milioni di metri quadri di aree marittime che potrebbero essere interdette. Non abbiamo contezza di quali saranno (se ci saranno) i vantaggi per il nostro territorio, nessuno è venuto a spiegarceli.
Né ci è stato spiegato cosa ne sarà dell’impianto dopo i trent’anni di concessione: chi smonterà i pali eolici? Chi ci garantisce che ciò verrà fatto? I costi di dismissione saranno enormi e nessuno può assicurare che fra tre decenni non ci ritroveremo con degli impianti rifiuto vaganti per il Mediterraneo. Nessuno pensi che si possa venire a sfruttare il territorio dando in cambio solo le briciole e, per giunta, lasciando il cimitero delle pale eoliche in eredità alle future generazioni. Per questo ho chiesto ai sindaci della provincia e al Commissario Piazza di firmare questa opposizione che ho preparato per rinviare i termini. Sono lieto che gli amministratori locali abbiano voluto cogliere il mio invito a firmare il documento – conclude Dipasquale – perché serve un confronto schietto tra gli organi di competenza e l’azienda affinché tutti gli aspetti della vicenda vengano chiariti”. La vicenda era stata posta con grande evidenza, un paio di giorni fa, dal candidato sindaco del centro-sinistra, Riccardo Schninà, ed era stata immediatamente ripresa e rilanciata dal segretario cittadino del Partito democratico, Peppe Calabrese che peraltro aveva stigmatizzato un “inspiegabile silenzio del primo cittadino (Peppe Cassì n.d.r.)” sulla questione.
Dure le parole del segretario cittadino dem “ci piacerebbe sapere cosa ne pensa l’amministrazione di Ragusa del progetto di un parco eolico offshore a 27km dalla nostra costa. Il termine ultimo per opporsi al progetto è tra due giorni e nonostante il sindaco Cassì sia abituato a dire la propria su tutto, purché sia funzionale alla narrazione di Ragusa paese delle meraviglie, non una parola è uscita da palazzo dell’Aquila sull’argomento. Né si è pensato a promuovere in città un dibattito, quantomai necessario, su questo tema”. E, forse tirato per la giacchetta, Cassì finalmente, ieri, 14 febbraio, aveva diffuso una dichiarazione ufficiale, in coincidenza con la riunione dei sindaci iblei a Palazzo della Provincia. In tale dichiarazione (che abbiamo riportato ieri integralmente), il sindaco di Ragusa ha riportato la relazione della Consultant Tecnoconsult Engeneering Constraction srl, che spiega nel dettaglio l’intervento e i possibili effetti sotto diversi punti di vista, da quello naturalistico a quello archeologico, per il comparto della pesca e per quello del turismo. Cassì sembra voler accogliere in toto tali punti di vista, ovvero “che l’impatto visivo sarebbe invero pressoché nullo e non è plausibile che il nostro comparto turistico venga danneggiato da qualcosa che, ad occhio nudo, sarebbe praticamente impercettibile”; cita “Legambiente che si è espressa a favore dell’impianto, scrivendo ‘relativamente all’impatto visivo e sul paesaggio, occorre osservare che, dalla costa, gli impianti eolici offshore hanno un impatto ridotto e decrescente con la distanza.
Un impianto da 15 MW installato a 12 km avrebbe all’orizzonte dimensione di un centimetro o poco più”. In questo caso i kilometri di distanza sarebbero quasi il triplo”. Tuttavia il sindaco di Ragusa sembra essere d’accordo con il fatto che “con tutti i presenti all’incontro (alla Provincia n.d.r.), si è quindi convenuto di chiedere una proroga del termine stabilito, anche in considerazione di probabili irregolarità della procedura amministrativa (mancata notifica al Comune di Ragusa). Infine Cassì conclude salomonicamente “ritengo che la vicenda non vada affrontata guardando alla data delle elezioni ma agli effetti sul lungo periodo, e che alla base vi sia una scelta di principio: siamo a favore delle energie rinnovabili, dell’indipendenza energetica da altre Nazioni, ma solo a condizione che gli impianti ricadano nel territorio di qualcun altro? Quante volte abbiamo ascoltato il ritornello delle grandi potenzialità energetiche della Sicilia, sotto il punto di vista eolico e solare, salvo poi lamentarci che nulla viene fatto? Quante volte abbiamo guardato con ammirazione alle tecnologie energetiche del Nord Europa salvo poi blindarci dietro No a priori quando siamo noi a essere chiamati in causa? Non possiamo sempre cercare altrove la soluzione ai nostri bisogni.
Secondo il progetto è inoltre previsto che i cavidotti di collegamento con l’impianto a terra passino lungo il territorio di Ragusa. Ovvio che in questo caso dovranno essere previste delle adeguate misure compensative a beneficio del territorio. Supportati da pareri competenti, seguiremo passo passo l’evolversi della vicenda guardando esclusivamente all’interesse della comunità”. (da.di.)