Ogni recita un successo. E’ il comune denominatore di “Amedeo Fusco racconta Frida Kalho” che, dopo le rappresentazioni in Sicilia e in Calabria, è sbarcato prima in Toscana, a Giuncugnano e a Massarosa, poi a Trieste e quindi a Roma con il pieno di consensi. Tappe davvero straordinarie. A Trieste, nella sala Luttazzi, standing ovation mentre a Massarosa Fusco ha animato forse il più grande spettacolo della sua carriera d’attore. Il grande mattatore calabro, ma ormai ragusano d’adozione, inoltre, è ritornato nella Città eterna dopo 14 anni con una narrazione piena di pathos che coinvolge e stimola mente e cuore.
Attraverso il suo modo personalissimo di raccontare vita e opere di una delle pittrici più famose, che ha riscosso grande apprezzamento nel mondo, ha catturato l’attenzione del pubblico, tra cui anche personalità di spicco del mondo culturale romano. In questa ora di narrazione, oramai alla 19esima replica, Fusco racconta “la donna Frida” vulnerabile e reattiva, con tutta la sua forza e il suo essere costantemente in lotta per riappropriarsi della vita; ne vengono fuori fragilità, desideri e la sua infinita voglia di “essere e fare” che è un vero carico spirituale di quella umanità mai doma e mai perduta. Fusco, che, ad un certo punto della sua vita, si è occupato più di arte che di teatro, dopo aver realizzato il progetto espositivo Omaggio a Frida, con oltre 150 artisti provenienti da tutto il mondo, in 11 città italiane e a Città del Messico nell’istituto italiano di cultura e con la direttrice della casa museo Hilda Trujillo, ha ricevuto, da parte del governo messicano, tramite il console generale del Messico Marisela Morales, un riconoscimento per aver contribuito a diffondere l’immagine e l’arte di Frida nel mondo.
Quello di Amedeo Fusco a Roma, in tre serate, è stato un ritorno importante, considerato che l’attore, nella capitale, anni addietro è stato capocomico delle compagnie teatrali: Gruppo GiS, La Nave e Trio Afalos. Ha diretto, inoltre, il laboratorio di teatro Adisu La Sapienza e poi e stato l’inventore dei Corti Teatrali, organizzando, in tutta Italia, per sei anni il Thalìa Festival. L’evento è stato ospitato presso la prestigiosa storica Stamperia d’Arte l’Acquaforte di Luigi Ferranti che è, oggi, l’unico laboratorio storico di arte incisoria straordinariamente ancora attivo nel cuore della Roma ebraica. Un laboratorio d’arte che ha visto passare direttamente la storia e i grandi interpreti dell’arte moderna del secondo Novecento: tra cui Calabria, Turchiaro, Guccione, e molti altri. Tre le recite romane che lo scorso fine settimana hanno ancora una volta messo in evidenza le grandi qualità artistiche di Fusco. L’introduzione è stata curata dal poeta e scrittore Rosario Sprovieri, amico di sempre. Le ricerche e la grafica sono dell’artista Isabella Maria B., il testo e la regia sono dello stesso Fusco. Ora, la rappresentazione riapproda in Sicilia.
In particolare, sabato 25 febbraio alle 18,30 all’istituto comprensivo Quasimodo di via Portovenere a Marina di Ragusa, evento organizzato dalla Pro Loco Mazzarelli, venerdì 3 marzo all’auditorium Mura Federiciane del plesso Santa Maria di Gesù a Gela, alle 19,15. In entrambi i casi ci sarà la partecipazione del tenore Dario Adamo. Una particolarità. L’ingresso sarà con contributo libero e volontario dopo avere visto lo spettacolo. A chiudere, le valutazioni di Emanuela Ientile: “Vivace, istrionico, affabulatore, Amedeo cattura il suo pubblico e lo tiene col fiato sospeso, attaccato alla poltrona, dall’inizio fino alla fine del suo spettacolo in un crescendo di emozioni. La sua voce, quasi come il canto delle sirene di Ulisse, permane sospesa nell’aria come una pennellata di colore o come la vibrazione di una nota musicale che poi si sospinge nel cuore e nella mente del suo variegato uditorio. La sua è pura poesia visiva”.