Dopo quello sulle criticità del centro storico di Ragusa superiore, un altro dei temi di scottante attualità oggetto di attenzione e di intervento da parte della politica, è diventato quello della carenza idrica a San Giacomo, popolosa frazione rurale di Ragusa. Situazione creata dal fatto che la distribuzione dell’acqua sarebbe di competenza del Consorzio di Bonifica mentre la fatiscente rete idrica graverebbe sulle spalle (e le casse) del Comune. E’ comunque fuori di dubbio che per cominciare almeno ad affrontare il problema, per poterlo risolvere in tempi brevi, si renda necessaria una interlocuzione tra i due enti interessati.
Ad occuparsi della vicenda che affligge i residenti di San Giacomo, è Saverio Buscemi, referente ragusano della lista di cateno De Luca che auspica “si istituisca un tavolo permanente tra Comune di Ragusa e Consorzio di bonifica per pianificare le soluzioni e gestire le emergenze”. Buscemi premette “problemi strutturali, dovuti anche al maltempo, quelli che hanno contrassegnato, in negativo, gli ultimi giorni a San Giacomo. Una difficoltà pesante, quella del disservizio idrico, che è andata a ripercuotersi sui cittadini della frazione rurale di Ragusa i quali, giustamente, hanno messo in rilievo una necessità, evitare che tornino a ripetersi questi disagi. Perché ciò accada, però, diventa fondamentale predisporre un organismo permanente che faccia sedere attorno allo stesso tavolo da un lato i rappresentanti del Comune di Ragusa, dall’altro quelli del consorzio di bonifica a cui attiene la gestione della rete idrica. Il motivo è presto detto.
Occorre pianificare, programmare, evitare, il più possibile, che tornino a ripetersi altri problemi simili. E, soprattutto, occorre comunicare ai cittadini quello che sta accadendo. Altrimenti, diventa tutto più complesso e si esacerbano gli animi sino all’esasperazione”. L’esponente della lista De Luca aggiunge poi “le problematiche serie che, in questi ultimi giorni, hanno interessato San Giacomo non possono passare sotto silenzio, anche qualora le stesse, dalle prossime ore, dovessero essere risolte. Anche perché c’è il rischio che, a causa delle condutture idriche fatiscenti, i disagi possano ripetersi, tra due settimane, tra un mese, tra un anno. E quindi è necessario essere preparati. Da qui la predisposizione di un percorso che consenta, in maniera evidente, di fornire delle risposte e di indicare chiaramente quale possa essere la strada da prendere. Soltanto così si potrà arrivare al dunque e definire una soluzione, anche operativa, che si spera il più possibile in grado di soddisfare le esigenze di tutti”. (da.di.)