Non ci eravamo stupiti quando i consiglieri comunali di Ragusa Gianni Mezzasalma e Luca Rivillito avevano abbandonato la lista di maggioranza Cassìsindaco. Si sapeva tutti che erano fedelissimi di Ciccio Barone per cui quando questi è entrato in rotta di collisione con il sindaco ed è stato esautorato dalle cariche assessoriali, i due esponenti di Patto per Ragusa sono passati al gruppo misto. Non ci eravamo stupiti nemmeno quando Raimonda Salamone abbandonò anch’essa la compagine di Cassì aderendo a Territorio, probabilmente per una vecchia ruggine con il primo cittadino che l’aveva prima chiamata come assessore salvo sostituirla ben presto.
Nemmeno ci eravamo stupiti quando si registrò il primo clamoroso abbandono, quello di Maria Malfa, vicepresidente del consiglio comunale, che lamentò una totale sottovalutazione di tale suo ruolo che mai le fu permesso di esercitare. Ma ci stupisce veramente che un fedelissimo di Peppe Cassì, il consigliere Carmelo Anzaldo abbia abbandonato il suo sindaco di cui era stato ombra fedelissima in ogni occasione pubblica, dalle processioni per san Giovanni o per la Madonna di Portosalvo, o nelle messe in cattedrale ad altri appuntamenti pubblici civili. Evidentemente qualcosa, non sappiamo cosa di preciso, tra i due si è rotto. Sulla fine di questo forte legame politico non possiamo far altro che riferire la narrazione che ne fa lo stesso Carmelo Anzaldo. “Ho deciso di lasciare la lista CasSìndaco. Lo faccio a malincuore ma è l’unica scelta possibile, in quanto non sono più riuscito a comprendere, negli ultimi mesi, i passaggi politici consumati dal sindaco, prima con il rifiuto della naturale prosecuzione dell’alleanza con schieramenti di destra e poi con lo sbandamento e la probabile alleanza con liste di Sinistra.
Soprattutto, poi, lamento il fatto che questi passaggi, oltre a non essere stati illustrati con dovizia di particolari a noi componenti del gruppo di maggioranza, o quantomeno non al sottoscritto, che è sempre stato molto vicino al sindaco, risultano inspiegabili. Altrettanto incomprensibile mi pare, tra l’altro, l’avversione del sindaco nei confronti dei partiti, definiti da lui stesso “contenitori vuoti” quando, invece, essi sono la principale cinghia di trasmissione tra la politica e i territori, oltre che organismi il cui ruolo è costituzionalmente riconosciuto. Lo sforzo che si dovrebbe fare, piuttosto, è cercare di attingere ai loro programmi, alle loro idee e ai loro principi per costruire un Paese migliore”. Insomma, al di là delle motivazioni, pubbliche o personali che siano, resta da prendere atto che la maggioranza coesa e compatta di cui Cassì si era circondato e vantato ormai non esiste più, a solo un paio di mesi dalle amministrative in cui si vota per il rinnovo del sindaco di Ragusa.
Non ci azzardiamo certo a dire che in molti stanno abbandonando la nave in difficoltà, perché crediamo che ancora oggi quella di Peppe Cassì sia una candidatura molto forte e in grado di dare filo da torcere ai suoi sfidanti. Ma certo qualcosa che dovrebbe farlo impensierire certamente c’è, soprattutto nei rapporti con chi gli è stato fedelissimo ed ora lo ha abbandonato. Che su questo rifletta con onestà e sincerità. (daniele distefano)