“Carmelo Lauretta. Figlio illustre di Comiso”: è questo il titolo di un volume uscito in questi giorni e pubblicato dalla casa editrice iblea, Operaincerta, p.145, con il patrocinio morale del Comune di Comiso. L’autore è il poeta e scrittore Domenico Pisana, Presidente del Caffè Letterario Quasimodo di Modica, che ha intrattenuto con il poeta Carmelo Lauretta una lunga amicizia a partire dal 1985 e proseguita fino alla scomparsa, avvenuta l’8 settembre 2011. Carmelo Lauretta lungo i suoi 94 anni di cammino terreno ha avuto numerosi premi e riconoscimenti e le sue opere dialettali, le sue novelle, i suoi saggi hanno avuto diffusione in Sicilia e in Italia; sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, giapponese, tedesco, greco e sloveno. Laureato in Lettere presso l’Università cattolica di Milano, per un quarantennio ha insegnato Lettere in diverse scuole statali. Sensibile e attento alla realtà sociale, è entrato nella vita politica e, subito dopo la Liberazione, ha rivestito la carica di vice-sindaco di Comiso; la sua spiccata solidarietà umana lo spinse a svolgere anche l’attività di assistente carcerario e all’inserimento nella commissione di vigilanza dei brefotrofi. Molto intensi furono i suoi rapporti anche con Bufalino.
Domenico Pisana come è perché nasce questo volume?
Nasce per una testimonianza di amicizia e di gratitudine nei riguardi di Lauretta, che considero, insieme al poeta modicano Saverio Saluzzi, il mio padre letterario. Senza di loro, io non sarei quel che sono, vale a dire una persona che crede nella poesia come vita in grado di parlare non solo a sé ma a tutti; da Carmelo Lauretta ho appreso che la poesia anche quando dà la sensazione di scavare nel segreto più profondo della propria coscienza nonché di rinchiudere nel privato dei sentimenti, è portatrice di una forza etico-estetica che si snoda con un respiro universale ed originale, con la capacità di creare nuovo umanesimo.
Quale immagine di Carmelo Lauretta esce da questo libro?
Nel libro ho voluto tracciare tre orizzonti della personalità letteraria di Lauretta. Anzitutto quello poetico, che offre al lettore un’analisi critica di diverse raccolte del poeta comisano, tutte intrise di interiorità e religiosità, nonché della capacità di Carmelo Lauretta di leggere, con magistrale ed efficace utilizzo del dialetto siciliano, la sua città, la terra iblea e la sua Sicilia, manifestando una cultura classica non comune e interpretando le inquietudini e i problemi della contemporaneità.
Nel secondo orizzonte c’è il Lauretta autore di novelle e racconti, la cui scrittura vibra di uno stile personale e affabulante, di un dettato narratologico dal quale trasuda il suo ardente desiderio di dia-logo umano e di fraternità. Nel terzo orizzonte ho voluto, infine, rendere pubblica una parte della corrispondenza epistolare che ho avuto con Carmelo Lauretta, dalla quale emerge il mio rapporto umano e di amicizia, intenso e fraterno, che ho avuto con lui dal 1985 fino al 2007. In questo quadro di orizzonti, chi leggerà il libro potrà notare come la bellezza della poesia e della scrittura di Carmelo Lauretta sta tutta nella delicatezza dei sentimenti, nell’armoniosa vivacità dell’atto creativo, nello stile semplice e lineare, nella sua capacità di trasfigurazione della realtà e di comunicazione di valori umani e religiosi capaci di rendere felice l’uomo, atteso che alla poesia – direbbe il Parini – si può attribuire un valore etico, di impegno civile e sociale.
Perché si dovrebbe leggere questo libro? Perché fa entrare nel mondo poetico-narrativo di Lauretta cogliendole la spontaneità e la bellezza. La sua poesia in particolare, essendo – come afferma lo stesso Lauretta – “ semplici, senza ciarambambuli e senza ciappiri e finuocci ‘ timpa”, riesce a stabilire un circuito comunicativo fra poeta e lettore facendo gustare a quest’ultimo la bellezza delle creazioni liriche, approdo di forte istanze interiori del poeta, che si armonizzano sulla pagina con un naturale intreccio polisemico in grado di comporre nell’unità dell’accordo lirico i suoi sentimenti, le sue stupefazioni e le sue sensazioni. La stessa forza descrittiva la si coglie pure nelle sue favole contenute nell’opera ‘A vita agghiorna’, di cui Bufalino ebbe a scrivere che ‘’coniugano, come d’incanto, la fresca naturalezza del linguaggio gergale con celiose valenze della paremiologia popolare, senza logomachie moralistiche”.
Si farà un evento a Comiso per omaggiare Carmelo Lauretta?
Me lo auguro! L’editore in questo senso ha inoltrato una richiesta al sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari, che si è mostrata disponibile; del resto il libro porta una sua nota introduttiva nella quale, fra l’altro, afferma:
“Non può che trovarmi pronta ad un incondizionato plauso, pertanto, il testo che con devozione quasi filiale il professore Domenico Pisana dedica alla figura professionale ed artistica di un uomo che ha saputo incarnare al massimo delle loro potenzialità tutti gli aspetti della sua esistenza, offrendo a tutti noi un altissimo modello di virtù intellettuali ed umane”. Insomma, un libro che restituisce ai comisani, all’area iblea e alla Sicilia un personaggio di spessore, come anche rimarcato da Santi Correnti dell’Università di Catania quando scrive che quella di Lauretta è “ una poesia semplice e sincera che va dritta al cuore” ; e ancora da Luigi Alfonsi dell’Università di Milano quando afferma che “la grazia inventiva di Lauretta coglie direttamente dal Vangelo la sua tematica, senza cedere a formulari didascalici o a minuzioso documentarismo”. E soprattutto da Salvatore Di Marco quando asserisce che “l’elevatezza del messaggio di Lauretta fa sì che i suoi versi restino scritti, insieme ai versi religiosi di Alessio Di Giovanni e Vincenzo De Simone, nell’albo d’oro della poesia siciliana”.