Modica – “Siamo nati per essere sudditi e soffrire silenti mentre paghiamo 350 euro un volo per tornare a casa per Pasqua”. Su Facebook, post di Piero Torchi. Riflessioni amare su trasporti e costi per chi vive ‘giù’
Ecco cosa scrive su Facebook Piero Torchi:
“Sarebbe interessante comprendere cosa accadrebbe se improvvisamente, a ridosso di Pasqua il costo del treno da Milano per un pendolare residente nell’hinterland milanese passasse da pochi euro a centinaia di euro; oppure se il costo dei trenini che collegano Roma alle cittadine oltre raccordo improvvisamente, e sotto le feste, aumentassero il costo da 10 a 500 euro. Ve lo dico io cosa accadrebbe: la rivoluzione; scene simili a ciò che accade in Francia in questi giorni, con la gente, speso interi nuclei familiari, costretti a ripararsi all’addiaccio in prossimità delle stazioni di Roma e Milano perchè impossibilitati a tornare a casa spendendo più di 1000 euro per un nucleo familiare. Ed invece, se tutto questo accade in Sicilia non si scandalizza nessuno; una timida protesta del Presidente della Regione, il silenzio tombale dei deputati nazionali siciliani, la nostra supina accettazione di un destino che ricorda sempre più quello dei “vinti” di verghiana memoria.
Semplificando, siamo nati per essere sudditi e soffrire, e chiniamo silenti il capo. Silenti mentre paghiamo 350 euro un volo per tornare a casa per Pasqua (che poi c’è pure da tornare indietro con altri 350 euro), mentre paghiamo 150 euro un treno che ci metterà un giorno per raggiungere la Sicilia dal Nord. Non ho mai avuto tendenze sicilianiste; mi sono sempre sentito parte integrante di questo Paese. Oggi, però, lavorando, e vivendo per tutta la settimana fuori Sicilia, ho dati e sensazioni per confermare ciò che sfugge a chi governa a Palermo, ma anche a chi, siciliano, governa a Roma: il Paese è irrimediabilmente spezzato in due, forse tre, o addirittura 4 parti. Una (Il Nord) per la quale la mobilità è semplice e costa pochissimo; una (il Centro) nella quale la mobilità è leggermente meno semplice, ma mai costosa; una (il Sud) dove le difficoltà aumentano ma la possibilità di limitare i costi, grazie alla varietà dell’offerta (aerei, autostrade, alta velocità, navi) è garantita; ed infine l’ultima (le Isole e la Sicilia in particolare) dove si è ostaggi di pochi soggetti che decidono se puoi tornare a casa e con quali sacrifici.
Ecco, io mi vergogno di fare parte di quest’ultima parte; mi vergogno che nessuno pensi ai sacrifici delle famiglie, agli studenti che studiano fuori non per vezzo, ma per la scarsa qualità della nostra offerta formativa (certificata ieri dalle classifiche nazionali sulle università che vedono quelle siciliane peggiorare il ranking in maniera significativa), ai nostri imprenditori che vivono in una condizione di perenne svantaggio, ai nostri albergatori che devono adeguare le loro tariffe al costo di viaggio che scoraggerebbe ogni turista. Mi vergogno soprattutto perchè a nessuno sembra fregare nulla, quasi dopo 2 secoli a voler dare ragione a Verga: “vinti” eravamo e “vinti” siamo rimasti..