Con un articolo a lui dedicato, ed intitolato “Amedeo Fusco e Frida Kahlo Il binomio che strappa applausi”, l’artista ragusano (di adozione perché Amedeo è un cosmopolita che di eguali non ce ne sono), sbarca sulle pagine di uno dei maggiori quotidiani nazionali, Il Corriere della Sera, nell’edizione del 25 marzo scorso. Infatti il giornale milanese gli ha dedicato un articolo completo ed esaustivo (a firma Ve.Co.) in cui traccia un frizzante ritratto di quello che definisce “un amante dell’arte a tutto tondo”, centrando in pieno il carattere personale e culturale di uno sperimentatore di vari generi e forme artistiche. Ma il nocciolo del ‘pezzo’ è naturalmente tutto imperniato sulla sua liaison amoreuse, platonica naturalmente a causa di piani temporali sfalsati di circa 80 anni, con quella grande icona femminile e (riduttivamente) femminista) che fu nella prima metà del secolo breve Frida Kahlo, pittrice, donna di cultura, poetessa e tanto altre cose insieme. E soprattutto moglie del grande pittore realista e comunista messicano Diego Riviera (cui aveva affibbiato fin dal primo incontro, l’appellativo di panzòn) in un matrimonio tempestoso e appassionato che deliziò le cronache, non solo rosa, degli anni 40/50 del Novecento.
Nell’articolo del Corriere della Sera Amedeo Fusco esordisce con una significativa dichiarazione d’intenti inequivocabile “con questo spettacolo ho ritrovato la forza di rinascere e di ritornare ad appropriarmi del mio spazio nel mondo. Riprendere a vivere di teatro è per me un dono della vita ed ogni spettacolo rappresenta un momento di forte condivisione con le persone che sono presenti in sala ad ogni mia piéce”. Pièces che non a caso, e ne siamo stati personalmente testimoni, si concludono ogni volta con una standing ovation da parte di un pubblico fino al momento finale silenzioso commosso e partecipe alla vita intensa e spesso drammatica di Frida, restituita a tutto tondo nella sua figura di donna e artista dall’affabulazione di Amedeo. (daniele distefano)