Giovanni Caccamo ha 33 anni; Cristina Scuccia due in più: Due ‘talenti’ canori, figli della terra iblea. Uno Modicano, l’altra Comisana. Uno ha vinto Sanremo Giovani qualche anno fa ed è un talento sempre più crescente e performante. L’altra, vinse The Voice indossando l’abito delle Orsoline, quando era ancora Suor Cristina. Entrambi, in questi giorni, sono stati sotto i riflettori della stampa nazionale. L’Espresso, a firma di Francesca Barra, ha raccontato Giovanni Caccamo e il suo ‘stalkeraggio gentile’ con Franco Battiato, diventato la chiave di volta della sua carriera e la spinta della sua affermazione artistica. Giovanni -segnato da piccolo dal dolore della perdita del padre- “sogna di fare il cantautore – scrive l’Espresso – ma, quando lo racconta a sua mamma, lei, come molte madri abituate alla concretezza, gli fa presente che l’arte non è una vera e propria professione. Così si iscrive alla facoltà di Architettura.
Di giorno è uno studente modello ma dalle diciotto in poi diventa un sognatore”. Il racconto degli anni post maturità di Giovanni, sono quelli degli appostamenti, a Milano, fuori dalle sedi delle etichette discografiche; quelli dello stalker gentiluomo: 38 appostamenti fino al rientro in Sicilia dove “viene a sapere da un’amica che Franco Battiato ha affittato una casa al mare sulla spiaggia di Donnalucata. È il 9 agosto del 2012”. E qui, il racconto si fa bello e affascinante: “Giovanni decide di appostarsi dietro un cespuglio per quattro ore, in attesa che il suo maestro uscisse di casa. Suda ma non si muove di un millimetro. Quando Battiato lo vede sembra infastidito ma accetta il cd. Dopo qualche ora, il suo cellulare riporta cinque chiamate anonime e un messaggio: «Ho ascoltato il disco, ci vediamo domani alle 11 in spiaggia ciao». Nasce così la loro collaborazione; Battiato lo sceglie per l’apertura dei suoi concerti”. “La Sicilia mi ha regalato l’occasione più preziosa della vita. Oggi ringrazio chi mi ha demotivato. Le secchiate sulla fiamma della mia passione mi hanno temprato”. Sino al suo ultimo disco, ‘Parola’, con la partecipazione di Patti Smith, Willem Dafoe, Liliana Segre e altre voci.
Diversa e solo accennata su Repubblica, la storia di Cristina Scuccia, “dal convento ai videoclip”. “Lasciare l’abito – ha detto a Maurizio Crosetti – è come divorziare. Mi criticavano quando ero suora e ora perché troppo sexy. A una donna non si perdona quasi niente”. Cristina Scuccia, ha pubblicato il primo singolo ‘La felicità è una direzione‘ e al giornalista torinese -che peraltro soggiorna abitudinariamente a Sampieri d’estate e per un lungo periodo- ha raccontato che “la crisi religiosa”, le “era sembrata un totale fallimento” ma anche di sapere “che non è così”. La suora giovane ora canta e basta. Da quando ha lasciato il convento, scrive Crosetti “s’è messa controvento. Balla, ha la gonna con lo spacco e la criticano, la prendono in giro, non la capiscono”. Ma lei fa spallucce e dice che l’unico giudizio che le interessa, è quello del Signore e poi, manda un messaggio chiaro: “Mi farò conoscere meglio ma sono sempre io. Ho cambiato abito, ho smesso di perdonarmi e ho cominciato ad accettarmi”, spiegando pure che è stato durante il covid che ha avuto la crisi mistica ed ha deciso di ‘spogliarsi’.
Poi il rapido excursus sui 10 anni a Milano, i pranzi e le cene serviti alle pensionate, i Vespri, la catechesi, la routine che “aiutava un’insicura come me”. Sino alla decisione di lasciare il convento: “Mi sono sentita spaesata, già mi vedevo vivere sotto un ponte”. Poi, è andata a Madrid, fare la cameriera e l’amore per la musica che lì è rinato. “In questo momento penso solo alla nuova canzone – dice a Crosetti – Vivo l’attimo, poi si vedrà. Una cosa però l’ho capita: la ricerca della felicità ci appartiene. Dio non ci vuole tristi”. Neppure su quell’Isola dei Famosi dove pare destinata ad andare…In clausura si ma all’aria aperta! (di Adrien25)