Mancano circa 15 giorni al termine ultimo per presentare la domanda della rottamazione quater 2023 per le cartelle esattoriali. La nuova rottamazione quater definita anche come «definizione agevolata» consentirà a molti italiani di cancellare molti debiti pagando solo il dovuto ovvero senza sanzioni, aggi e interessi. Tra le agevolazioni previste con la rottamazione quater inoltre si potrà rateizzare il debito pagando in cinque anni. Il termine per presentare le domande scade il 30 aprile 2023 ma l’Agenzia Entrate-Riscossione consiglia di attivarsi al più presto perché negli ultimi giorni del mese si rischiano «rallentamenti dei sistemi informatici dovuti ad alto traffico», in parole povere un intasamento.
Rottamazione quater 2023: come funziona
Il vantaggio per il contribuente sarà versare il debito residuo senza sanzioni, gli interessi di mora, quelli iscritti a ruolo e l’aggio; le multe stradali non pagheranno gli interessi e l’aggio. A scelta del contribuente sarà possibile pagare l’importo delle cartelle in un’unica soluzione oppure, come ulteriore agevolazione, in un massimo di 18 rate distribuite in 5 anni. Per chi sceglie le rate le prime due saranno pari al 10% delle somme complessivamente dovute e avranno scadenza al 31 luglio e 30 novembre 2023 mentre le restanti andranno saldate il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024.
Presentata la domanda, Agenzia delle Entrate-Riscossione invierà entro il 30 giugno 2023 la comunicazione con l’esito, l’ammontare delle somme dovute e i moduli di pagamento in base al piano di rate scelto in fase di adesione. La domanda potrà essere presentata esclusivamente in via telematica sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it, utilizzando l’apposito servizio disponibile sia in area pubblica (senza necessità di pin e password) sia in area riservata (per chi dispone di Spid, Cie o Cns e per gli intermediari fiscali Entratel). All’interno della propria area riservata il contribuente può presentare la dichiarazione di adesione più facilmente, gli basterà cliccare dall’elenco dei debiti «definibili», le cartelle, gli avvisi o i carichi che si vogliono inserire nella domanda, senza quindi la necessità di indicare i dati identificativi degli atti, cosa che dovrà fare invece chi sceglie l’area pubblica senza Spid, Cia o Cns.
Non rientrano nella rottamazione i crediti derivanti da condanne pronunciate dalla Corte dei conti né le multe, le ammende e le sanzioni pecuniarie dovute a provvedimenti e sentenze penali di condanna, e neanche i carichi relativi alle risorse proprie dell’Unione europea, all’Iva riscossa all’importazione e i recuperi degli aiuti di Stato. Per quanto riguarda i carichi delle Casse e degli Enti previdenziali di diritto privato, i debiti potranno rientrare nella rottamazione solo se gli enti interessati entro il 31 gennaio 2023 hanno approvato una apposita delibera.