MILANO (ITALPRESS) – Lacrime e incredulità, per una vita così giovane strappata via. La parrocchia di San Filippo Neri a Milano, dove era cresciuta anche come atleta, ha ospitato l’ultimo saluto a Julia Ituma, la 18enne giocatrice della Igor Gorgonzola Novara che giovedì scorso è precipitata dal sesto piano dell’albergo di Istanbul dove si trovava col resto della squadra dopo il ritorno della semifinale di Champions. Una morte tragica, che ha scioccato familiari e compagne di squadra, oggi unite più che mai nel dolore. A rendere omaggio a Julia non solo le azzurre di Lavarini ma anche le delegazioni di tante altre squadre di pallavolo, compreso quel Club Italia dove aveva giocato nelle ultime stagioni prima di sbarcare a Novara. C’era anche il ministro dello Sport Andrea Abodi, ragazze come Aurora Cannone che hanno mosso i primi passi in campo al fianco di Julia (“Non doveva succedere, era una ragazza fortissima, poteva dare tantissimo, ho il cuore spezzato, non ci credo ancora”), e poi tanta gente comune, che in quella parrocchia ha conosciuto Julia quando era ancora una bambina. “Si affollano domande, inquietudini, sensi di colpa che si accompagnano a ricordi lieti, memorie di imprese entusiasmanti”, il messaggio fatto arrivare da Mario Delpini, arcivescovo di Milano.
“Viviamo insieme il dramma di renderci conto che la vita non ha mantenuto la sua promessa di felicità – le sue parole – e la morte misteriosa, incomprensibile e imprevedibile, ha stroncato il desiderio di diventare adulti per una vita desiderabile”. Commossa l’omelia di don Ivan Bellini: “La sua vita è stata una buona notizia, la dimostrazione che, veramente, anche i nostri villaggi, i nostri quartieri, possono essere scenari di integrazione, di crescita umana e spirituale e di vera educazione. Avremmo voluto che questa serie di buone notizie fosse andata avanti a lungo: purtroppo però, come sappiamo, la nostra vita è stata ferita da una brutta notizia, la brutta notizia che nessuno vorrebbe mai sentire nella propria vita o nella vita dei propri cari”. Don Ivan ha citato anche un passaggio del discorso fatto un anno fa da Papa Francesco per ricordare che “tutti noi abbiamo paura del buio. Le paure vanno dette, le paure si devono esprimere per poterle così cacciare via”. Palloncini blu e gialli, lasciati volare via fra gli applausi, hanno accompagnato l’uscita del feretro: ricominciare senza Julia non sarà facile per nessuno.
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