L’AJA (OLANDA) (ITALPRESS/MNA) – La Corte penale internazionale (CPI) ha dichiarato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che la corte ha emesso quattro nuovi mandati di arresto segreti per crimini presumibilmente commessi in Libia dal 2011.
Lo ha annunciato Karim Khan, procuratore della Cpi, durante la presentazione del suo rapporto semestrale sulla Libia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Ha aggiunto che nelle ultime settimane il suo ufficio aveva richiesto altri due mandati di arresto, ma i giudici non si sono ancora pronunciati su tali richieste.
I mandati sono attualmente sotto sigillo, quindi non è chiaro chi sia preso di mira o quali reati sta accusando specificamente il procuratore della Corte penale internazionale. Il pubblico ministero ha chiesto ai giudici di aprire i mandati e si attende una decisione.
Khan ha definito i mandati “un passo importante nei diritti delle vittime e dei sopravvissuti” per la responsabilità, ma solo un primo passo.
Nel febbraio 2011 il Consiglio di sicurezza ha deferito la Libia alla Corte penale internazionale dell’Aia, con sede nei Paesi Bassi, per avviare un’indagine su presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Il rinvio ha fatto seguito alla brutale repressione di Muammar Gheddafi sui manifestanti. La rivolta, successivamente sostenuta dalla NATO, ha portato alla cattura e alla morte di Gheddafi nell’ottobre 2011.
Da quel periodo, in Libia sono scoppiati gravi combattimenti fino alle 2020, ma ci sono stati pochi progressi verso una soluzione politica, poichè le fazioni armate dominano ancora il paese.
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