Il cielo attorno allo stadio di contrada Selvaggio, ieri pomeriggio, intorno alle 18, si è colorato di nuovo di azzurro. Così come era accaduto più o meno un anno fa. Il Ragusa ha festeggiato la permanenza in Serie D vincendo, con un risultato tennistico, il play out con il Real Agro Aversa. E’ finita 6-0 una gara sbloccata nel primo tempo da Vitelli e Manfrè, con i campani che non sono mai stati in grado di impensierire seriamente i padroni di casa. Nella ripresa, ancora Manfrè, due volte Meola e Laplace hanno messo in cassaforte una vittoria che aveva un valore fondamentale perché ha consentito agli azzurri, dinanzi a una straordinaria cornice di pubblico, con circa 2600 presenze, di potere staccare di nuovo il pass per la Serie D in vista della prossima stagione. Alla fine, festa per tutti con gli azzurri applauditi dagli sportivi presenti sugli spalti.
“Questa società, questa squadra, questi ragazzi, questo staff tecnico – ha detto il tecnico Filippo Raciti al termine del match – possono stare benissimo in questa categoria. Lo hanno dimostrato con i fatti a discapito di chi, invece, durante l’anno sosteneva il contrario. Ma lasciamo perdere i discorsi da bar, tutto quello che è stato scritto: l’importante è che oggi il Ragusa sia rimasto in categoria, l’importante è avere dimostrato che questo gruppo non ha mai finito di battersi. Ho rivisto il Ragusa della prima parte di stagione, ho rivisto il mio Ragusa, quello che era stato costruito per disputare questo tipo di campionato. Ero sicuro che saremmo riusciti a marciare come poi abbiamo fatto ieri ma anche nelle ultime tre partite. Credo che i ragazzi nelle ultime tre, quattro settimane abbiano messo tutto quello che avevano da dare. Ho chiesto ai giocatori di azzerare tutto, di non pensare a quello che era successo.
Ho chiesto solo una cosa: cioè di fare quello che sanno fare perché li conosco per giocatori forti e quella posizione in classifica non era certo la nostra. Devo dire che i calciatori azzurri hanno dimostrato di essere molto umili. Questa salvezza, che dedichiamo alla città, è sicuramente merito loro”.