Il 55mo anniversario della morte di Salvatore Quasimodo, avvenuta ad Amalfi il 14 giugno 1968, è occasione di riflessione per il “Museo casa natale Salvatore Quasimodo”, che ricorda da sempre il lascito umano, civile e letterario del poeta per le generazioni più giovani. In attesa delle manifestazioni quasimodiane che si svolgeranno a cavallo del 20 Agosto, data di nascita del Nobel per la Letteratura 1959, il museo ha riletto e attualizzato il messaggio contenuto nella lirica “Uomo del mio tempo”, ultima della raccolta Giorno dopo giorno, pubblicata subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale nel 1946.
E’ un Quasimodo quasi profetico alla luce della guerra in Ucraina, visto che il Nobel è travolto emotivamente dagli orrori della guerra e ne sente il peso e la responsabilità come essere umano.
“T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa alla sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre come uccisero i padri,
come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta”
Una storia che si ripete anche ai nostri giorni.
L’”uomo del mio tempo” di Quasimodo, ha perso la speranza ma la forte invocazione del poeta, allora come oggi, è alla solidarietà, alla fratellanza, alla religione anche se schiacciati dalla violenza che ha sopraffatto l’uomo.