Non è possibile spiegare una devozione popolare che dura dal settimo secolo se non si partecipa, se non si ha la possibilità di essere parte integrante di quella processione che è stata fatta compiere al simulacro del vescovo martire, il cosiddetto “viagghiu”. E così ieri pomeriggio il raduno dei pellegrini e la contestuale uscita del simulacro di San Biagio, patrono di Comiso, si è rivelato un evento straordinario, capace di catturare il cuore dei fedeli e di emozionare tutti i presenti.
Ancora di più per l’inno a San Biagio cantato dal coro cittadino, inno composto dal maestro Salvatore Schembari e diretto dalla maestra Maria Lucia Faro. Un altro momento che è servito a calamitare l’attenzione di tutti coloro, in moltissimi, che non hanno voluto mancare al tradizionale appuntamento per celebrare San Biagio. Poi, assiso sul suo trono vescovile in atto benedicente, il simulacro è stato portato in corteo per le principali vie della città. In mattinata, la rettoria era stato teatro di una celebrazione eucaristica ogni ora. L’appuntamento più importante quello tenutosi a metà mattina, con la santa messa presieduta dal vicario generale della diocesi, il sacerdote Sebastiano Roberto Asta, che, nell’omelia, ha parlato del carisma di San Biagio indicando quali, al giorno d’oggi, possono essere gli esempi da seguire, facendo riferimento alla vita del vescovo martire, nell’ambito di una società sempre più complessa.
Sono stati, insomma, momenti molto intensi culminati con la processione pomeridiana e serale. La processione, inoltre, è stata allietata dalle marce sinfoniche eseguite dai corpi bandistici Diana e Pulvirenti. Tra i momenti più suggestivi la raccolta del grano e la raccolta del pane, nel pomeriggio del sabato, ad opera dei portatori, con la vendita in beneficenza e la svelata del simulacro del santo vescovo di Sebaste. Una delle novità di quest’anno è stata la scenografia di carta colorata ad aria compressa.