Ragusa – Il recente disastro del sistema aeroportuale siciliano, dopo l’incendio ad un edificio dello scalo etneo di Fontanarossa, con una situazione critica che perdura ancora oggi, oltre alle invettive dei passeggeri e alle critiche delle forze politiche isolane, ha indotto qualcuno ad affrontare la questione con ironia e con una punta di sana nostalgia per i tempi che furono, solo pochi decenni fa. Lo ha fatto un nostro lettore che ci ha inviato questo divertissement che pubblichiamo con piacere.
Viaggi stellari
Finito il liceo, prima metà degli anni ’70, arriva il momento di iscriversi all’Università. Vista la pesante esperienza fatta da mio fratello a Catania, ho già detto ai miei che vorrei andare a Firenze dove, tra l’altro, c’è una amica che mi può ospitare per i primi tempi. Ho già fatto qualche viaggio lungo. Con tutta la famiglia siamo andati una volta a Roma e una volta nelle Marche. Partenza da Ragusa con la “Littorina” fino a Siracusa, circa tre ore si viaggio, oppure c’era anche, se non ricordo male, un treno Vittoria-Roma: salivi sul vagone per Roma e non dovevi cambiare anche se a Siracusa il vagone veniva poi agganciato al treno che andava a Roma. Per andare all’università invece prendevo il pullman Ragusa-Catania che si fermava proprio davanti la stazione di Catania, da lì il diretto Catania-Milano che fino a Messina si fermava in quasi tutti i paesi della costa.
Arrivati a Messina cominciavano le lunghissime operazioni di imbarco sul traghetto. Il treno entrava dentro il traghetto, poi venivano staccati i primi vagoni, il treno usciva dal tragetto e poi rientrava fino a quando tutti i vagoni erano stati sistemati. Finite le operazioni di imbarco, lunghissime, si scendeva dal treno e si saliva sul ponte del traghetto avendo cura di memorizzare bene quale uscita si prendeva. Sul traghetto varie possibilità di magiare qualcosa, tra cui particolarmente rinomati gli o le arancini/e. La traversata durava circa mezz’ora e arrivati in vista della costa calabra ci affrettavamo a trovare la nostra uscita per risalire sul nostro vagone dove avevamo lasciato le valigie.
Lo sbarco a Villa San Giovanni avveniva con la stessa modalità dell’imbarco: i vagoni facevano avanti e indietro fino a quando tutto il treno veniva ricomposto! Ancora una sosta a Villa San Giovanni e poi partenza per il Nord! La Freccia del Sud (così si chiamava quel treno a lunga percorrenza) faceva tante fermate nei centri più importanti della Calabria e poi della Campania. Arrivati a Roma faceva scalo a Roma Tiburtina e non a Roma Termini e poi proseguiva fino ad arrivare a Firenze e da lì continuava fino a Milano Centrale. All’andata, prendendo il treno a Catania, era abbastanza facile trovare un posto a sedere in qualche scompartimento, rigorosamente di seconda classe, e se lo scompartimento non si riempiva tutto la sera i sedili diventavano lettini! Invece al ritorno, soprattutto prima delle vacanze di Natale o di Pasqua o dell’estate, il treno arrivava a Firenze già stracolmo e spesso ho fatto viaggi interi, almeno fino la Calabria, in piedi o seduto negli strapuntini del corridoio del vagone e arrivata la sera sdraiati a terra!
Ricordo un viaggio in cui l’unico posto che trovai era seduto dentro il bagno, sopra il wc con i piedi appoggiati di fronte. Quando qualcuno doveva andare in bagno, uscivo e poi rientravo. Per fortuna arrivati in Calabria il treno poco a poco si svuotava e allora era possibile trovare un posto a sedere in qualche scompartimento. Oppure, fortuna delle fortune, una volta trovai uno scompartimento di prima classe declassato a seconda: un comodo viaggio sulle poltrone. Piano piano, soprattutto quando decisi di non frequentare più e di fare lo studente fuori sede, i viaggi in treno aumentarono anche perché si aggiungevano altri spostamenti non legati all’università.
Così comincia ad elaborare una serie di trovate, soprattutto nei viaggi di ritorno. Spesso mentre il traghetto ci portava da Villa San Giovanni a Messina, prima di arrivare mi facevo un giro nella zona dove erano imbarcate le automobili e chiedevo se qualcuno mi poteva dare un passaggio fino a Catania e spesso lo trovavo. Poi arrivato a Catania prendevo il solito autobus dell’Etna Trasporti. Una volta, invece, decisi di provare a fare tutto il viaggio fino a Firenze in autostop partendo da Ragusa. Arrivato in Calabria mi diedero un passaggio una coppia che andava verso il Nord. Il viaggio era piacevole ma arrivata la sera comincia a percepire che i due erano come imbarazzati e allora dissi: “Ragazzi se voi volete fermarvi per riposare non preoccupatevi di me. Io ho il sacco a pelo e posso mettermi a dormire fuori dalla macchina!”
Questa mia proposta li tranquillizzò e arrivati in un’area di sosta ci fermammo, io scesi dall’auto con il mio sacco a pelo, mi sdraiai in una aiuola e, come mi accadeva spesso, mi addormentai profondamente. Durante la nottata, ad un tratto mi sentì chiamare dai due: “Senti, sali su che ci spostiamo perché ci sono movimenti che non ci piacciono!” Ripartiamo e proseguiamo senza intoppi fino a Firenze dove ci salutiamo con simpatia! E l’aereo??? Dario Distefano