Ancora aperto il dibattito a proposito della presenza massiccia di fuochi d’artificio legata, soprattutto in periodo estivo, sia alle celebrazioni delle feste mariane dei borghi costieri che dei Santi Patroni di vari comuni, sia alle feste private ed altro. E se Legambiente Kiafura di Scicli era intervenuta sollecitando la raccolta dei residui dei ‘botti’, ora a farsi sentire è la Lav (Lega antivivisezione) iblea con una proposta rivolta ai sindaci e ai consiglieri comunali della nostra provincia “chiedendo a gran voce un divieto di botti, petardi e artifici pirotecnici da inserire nei regolamenti comunali e ai Parlamentari, una legge nazionale come passo di civiltà, a tutela di persone, animali e ambiente!”.
“Aggiungiamo – prosegue Resi Iurato per la Lav iblea -l’invito pressante ai cittadini affinché rinuncino a festeggiare in questo modo e, a chi vive con un animale domestico a prendere tutte le precauzioni per proteggerli dalla paura ed evitare che la fuga possa trasformarsi in tragedia”. Nella nota della Lav intitolata appunto “basta botti, petardi e artifici pirotecnici” si legge “non solo il 31 dicembre, ma durante le feste religiose più importanti, e sempre più spesso per festeggiare compleanni e altri eventi privati, i botti la fanno da padrone, seminando paura e terrore non solo tra gli animali domestici e selvatici ma anche nelle categorie più fragili come bambini e anziani. In un tempo poi, in cui la guerra nel cuore dell’Europa, continua a seminare morte e distruzione, non ci pare opportuno festeggiare in questo modo.
Esistono giochi di luce silenziosi, se proprio non si può farne a meno, ma esiste un modo diverso di festeggiare rispettoso dell’ambiente, degli animali e di chi ha paura del rumore assordante che producono. Sono tanti i cani e i gatti fuggiti per il terrore, feriti o morti perché urtati dalle auto, ma non solo… sono numerosi anche gli animali selvatici che vengono investiti, muoiono di infarto per il terrore o si schiantano contro alberi, muri o cavi elettrici”. Da queste considerazioni nasce quindi la richiesta avanzata a sindaci e consiglieri della provincia di Ragusa riportata sopra. (da.di.)