“Nessuna rinuncia a finanziamenti o opere, sono stati già andati persi per responsabilità di altri”. In merito alla polemica sollevata in consiglio Comunale sulla mancata revoca della convenzione per la costruzione di 55 alloggi e un asilo nido il sindaco dichiara: “Il Comune di Vittoria non rinuncia a nulla. Ha solo inteso rispettare forma e sostanza di un amministrazione legalitaria, preso atto che quei 7 milioni di euro per 50 alloggi e un asilo nido non potevano essere utilizzati. Se le amministrazioni precedenti non hanno mai dato esecuzione al procedimento, oggi la convenzione con la ditta non può più avere efficacia, in quanto la ditta non aveva la capacità di contrarre con la Pubblica Amministrazione in seguito alla comunicazione dell’informativa antimafia”.
L’assessore Giuseppe Fiorellini ribadisce: “Un iter iniziato con bando per la ricerca del contraente nel 2013, con una tappa nel 2017 (come mai solo dopo 4 anni?) quando vengono approvati gli atti per dare corso al bando. Alla gara partecipò una sola ditta (peraltro proprietaria del terreno su cui dovevano sorgere gli alloggi) che fa apparire sempre di più la scelta del contraente quasi intuitu personae. Le delibere per l’avvio dell’opera portano la data del 2017 (nel periodo dell’amministrazione Moscato). Ma i lavori tardarono ad essere avviati (come mai?). Il 22 novembre 2019 non è la data nella quale la ditta riceve l’interdittiva antimafia, bensì il giorno nel quale il comune ne ha notizia in seguito alla richiesta fatta alla Prefettura.
In quel periodo il comune era retto dalla commissione straordinaria che non adottò nessun conseguente atto (perché?), quella grave situazione lasciava, infatti, nel limbo un procedimento che o si esegue (e non poteva), o va estinto”. Il Sindaco inoltre, afferma: “In questo stato l’attuale Amministrazione Comunale si trova a dover operare e non può che prenderne atto e operare secondo ciò che la normativa impone. Non sappiamo cosa abbiano atteso le amministrazioni prima, qualcuno maliziosamente ha pensato che si attendesse l’uscita dalla cosiddetta blacklist. Noi non vorremmo seguire questa tesi, ma appare strano che nessun’altra amministrazione abbia mai concretizzato il progetto.
Noi abbiamo provveduto a fare ciò che un’Amministrazione Comunale seria e soprattutto attenta alla legalità dovrebbe fare, ossia prendere atto che quel bando e il conseguente finanziamento non potrà avere realizzazione, in qualunque posizione si trovi oggi la ditta nei confronti della normativa antimafia. Infatti la sospensione del provvedimento d’interdittiva o il passaggio alla c.d. procedura di “prevenzione collaborativa” non opera in direzione della sanatoria della condizione di incapacità a contrarre con la PA intervenuta conosciuta nel 2019, se addirittura “la revoca dell’interdittiva antimafia non comporta il ripristino dei rapporti convenzionali ormai risolti” come recita l’ordinanza del 25 settembre 2020, n. 5698, del Consiglio di Stato.
Nessuna rinuncia quindi, né alcuna volontà di depauperare o svilire il consiglio comunale, e neppure ritardi, rispetto a termini inesistenti, ma semplicemente la volontà di operare secondo la legge e con la prudenza necessaria in relazione a un procedimento con un iter tortuoso, poco chiaro così come le amministrazioni che ci hanno preceduto l’hanno condotto”.