Il 20 Settembre, Palma di Montechiaro, diviene scenario di un momento storico che segna la storia della cultura italiana nel nome di due grandi Autori : Giovanni Verga, a 100 anni dalla sua scomparsa, e Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel 60° anniversario della sua più opera più grande, “Il Gattopardo” .
Protagonisti della letteratura nel 900, oggi, la loro memoria viene omaggiata nel trait d’union culturale voluta dal Sindaco Stefano Castellino che sposa a pieno titolo il progetto “Verga 100”, proponendo la rappresentazione del Don Gesualdo” tra le scalinate del Monastero delle Benedettine, una delle location delle vicende della celebre famiglia Salina, contrassegnata dall’ emblema felino della nobilità. La pièce rielaborata dal regista Lorenzo Muscoso – concittadino dello scrittore verista – si concentra su determinate dinamiche che vedono protagonista Gesualdo (Alessandro Sparacino) nel contesto cittadino e i rapporti che intercorrono tra lo stesso e le donne della sua vita, in particolare la moglie Bianca, la serva Diodata e la figlia Isabella (Voce di Rita Abela).
Una narrazione che si muove attraverso il trascorso di un’esistenza che affronta temi vicini alla realtà contemporanea, racchiuse da profonde partiture sonore, elaborate dal Maestro Riccardo Gerbino e dalle tonalità cromatiche di Giorgio Baglieri. La Manifestazione prodotta dalla Dreamworld Pictures è promotrice di una rete culturale che include varie città italiane i cui luoghi sono divenuti protagonisti di questo momento di importanza nazionale, e volta, oggi, a realizzare un un nuovo importante progetto artistico incentrato proprio sul racconto dello scrittore palermitano. La Città del Gattopardo, quindi, diviene memoria per la gente e simbolo di un’isola caratterizzata da una grande e inestimabile cultura.
Un proposito che si pone sulla scia di precedenti esperimenti creativi, dal Verismo all’interno del Barocco a Ragusa, all’incontro con Elio Vittorini a Ortigia, al tributo verghiano a Franco Zeffirelli presso il Teatro Alla Scala a Milano, e che a breve si prepara ad accogliere un’altra grande emozione. In entrambi gli Scrittori, del resto, le affinità non mancano. In ambedue è presente la volontà di raccontare il cambiamento sociale e politico in Sicilia, promuovere riflessioni sui vari mutamenti e sulla fine di un’epoca, esplorare la tematica del declino con i moti insurrezionali che si trasferiscono nel singolo e in quella che è la propria ascensione sociale : Don Fabrizio aspira a mantenere l’influenza della sua famiglia aristocratica, Don Gesualdo lotta per scalare la gerarchia sociale dalla sua umile origine contadina. Entrambi affrontano ostacoli, compromessi e conflitti morali nel perseguimento dei loro obiettivi. Un avvenimento che onora anche Luchino Visconti, il quale assorbe pienamente la lezione di Verga, la applica, dapprima su “La Terra Trema” (I Malavoglia, 1948), e poi ne “Il Gattopardo (1963), facendo del Verismo la chiave centrale di tutto il progetto, rendendo così la sua sublime trasposizione (Palma D’oro a Cannes) tra le più amate dal grande pubblico.