Gli ultimi fatti di cronaca ci dicono con estrema chiarezza come Vittoria sia una città assediata da ogni forma di criminalità organizzata, sia essa di natura ambientale, economica, sociale. Fumarole, discariche abusive, gestione delle droghe, furti e varie forme di bullismo. Tutto questo etichetta negativamente e da troppo tempo la città. Lo dice la Cna in una nota a firma del presidente territoriale Cna Ragusa, Giuseppe Santocono, e del responsabile organizzativo locale, Giorgio Stracquadanio.
“La parte sana di Vittoria, che è la stragrande maggioranza – chiarisce Santocono – ha provato, di volta in volta, a difendersi, a reagire ma da tempo pare si stia rassegnando a queste cose. Va evitato che si insinui il dubbio nelle persone che lavorano onestamente, che pagano le tasse, che investono, di non essere tutelati, difesi, di non essere tenuti in considerazione. Di fronte a questi attacchi occorrono più uomini, occorrono più mezzi. Vittoria rischia di diventare definitivamente una zona franca, un’area trascurata, dove la crescente marginalità economica, infrastrutturale e sociale è l’humus che sta ingrassando le mafie. È evidente che chi mette in atto un tale assedio si pone uno scopo preciso: emarginare chi lo subisce, fino a disabituarlo a qualsiasi tipo di reazione, fino a sopraffarlo”.
“Le tante economie sane di questo territorio – aggiunge dal canto suo Stracquadanio – non possono e non vogliono cadere definitivamente dentro questo giogo. Le istituzioni statali hanno l’obbligo di intervenire seriamente. Che fine ha fatto il “Patto per Vittoria sicura” sottoscritto nell’ottobre del 2018 alla presenza del capo della polizia di Stato Franco Gabrielli? Qualsiasi forma di criminalità, da sempre, si contrasta col diritto e con il controllo del territorio. Gli annunci ad effetto e le passerelle non ci servono più. Se lo spazio di chi non si vuole arrendere si è via via ridotto è proprio per colpa di questi comportamenti, capaci solo di far crescere la sfiducia. Come Cna sappiamo che sono tanti i cittadini e molte le imprese che non accettano più questo stato di cose. Ci chiediamo: queste persone che mantengono ancora alta la dignità di questa città, per quanto tempo possono continuare a sopportare e provare a resistere?”.