Cosa è cambiato con la riforma dello sport per Asd e Ssd? Questo il principale interrogativo che è stato sciolto ieri, per tutta la giornata, in occasione del convegno sul tema che, promosso dal comitato provinciale Csen Ragusa, si è tenuto nella sala conferenze dell’assessorato allo Sviluppo economico del Comune di Ragusa, con la partecipazione di numerosi rappresentanti delle società sportive operanti sul territorio dell’intera area iblea.
L’iniziativa, promossa con il supporto dell’assessorato comunale allo Sport, retto da Simone Digrandi, e dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili, rappresentato dal segretario Giuseppe Antoci, ha contemplato la presenza di relatori d’eccezione come Francesco De Nardo, Ugo Spicocchi, Simone Boschi, Gioia Badini e Alessandro D’Aprile, tutti accreditati FiscoCsen, e con la moderazione curata dal presidente provinciale del comitato Csen, Sergio Cassisi, commercialista e componente della direzione nazionale Csen. La riforma, è stato tra l’altro evidenziato durante il convegno, delinea una nuova disciplina per enti sportivi dilettantistici e lavoratori sportivi. Per questi ultimi, lo stesso correttivo ha proposto alcuni cambiamenti di rilievo, come l’esclusione dalla figura di lavoratore sportivo dei soggetti iscritti ad albi professionali, con la conseguenza che per loro, anche se svolgono attività per Asd o Ssd, non si applicano i regimi fiscali e previdenziali previsti dal Dlgs 36/2021.
Con il correttivo numero 120 del 2023, inoltre, è stato elevato a 24 ore il limite di ore che è possibile inserire in un contratto di collaborazione coordinata e continuativa affinché ci sia una presunzione di genuinità dello stesso rapporto di lavoro. Analizzate e approfondite le modifiche statutarie sia del Dlgs 36 che del Dlgs 120 del 5 settembre 2023. Si è approfondito e discusso sulle tipologie di pagamento da applicare al lavoratore sportivo e all’istruttore, quindi ipotesi di co.co.co. o partita Iva. Sotto i riflettori anche l’amministrativo gestionale e l’esenzione su base annua che permane sino alla soglia dei cinquemila euro annui. Sempre con il decreto 36 si abbassa a 14 anni l’età minima per l’apprendistato per l’istruzione secondaria sia nel professionismo sia nel dilettantismo. Per i dipendenti pubblici, che svolgono attività sportiva retribuita fuori dall’orario di lavoro, si userà un meccanismo di silenzio assenso, con una sorta di automatismo senza rilascio dell’autorizzazione da parte dello stesso ente pubblico.
La riforma interviene anche nel mondo paralimpico, con la possibilità per gli atleti di partecipare ad allenamenti e competizioni con un permesso speciale retribuito e crea un osservatorio nazionale sul lavoro sportivo, presso il dipartimento dello Sport, di concerto con il ministero del Lavoro. “Abbiamo parlato – ha sottolineato Cassisi – di una riforma attesa, che coinvolge migliaia di lavoratori, associazioni e società dilettantistiche. Gli ultimi dati, elaborati da Ptsclas per Il Sole 24 Ore, parlano di 875.697 in tutta Italia fra dirigenti, tecnici e ufficiali di gara (per loro, la nuova norma prevede un rimborso mensile di 150 euro anche per le attività svolte nel Comune di residenza), 40.479 associazioni affiliate a Enti di promozione sportiva, 3.754 discipline sportive associate, 16.535 società dilettanti di sport di squadra e 24.641 di sport individuali. Sono numeri importantissimi che impongono una presenza efficace da parte di chi è deputato a seguire con la massima attenzione gli aspetti in questione. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato e che, con le loro determinazioni, sono riusciti a garantire la piena riuscita dell’iniziativa”.