Nel 1962, veniva istituito a Modica il Liceo Scientifico Statale. Nei successivi anni, e precisamente 6 anni dopo, la scuola contava un corso completo ed uno con 3 classi, il tutto suddiviso nei corsi A e B. Il 1968 segnava un passo importante per l’Istituto, che vedeva crescere la sua popolazione scolastica, al punto di dover istituire un terzo corso: il corso C. Chi scrive si onora di essere appartenuto a quel manipolo di giovani speranzosi e vogliosi di giungere ad un traguardo importante, e che ha costituito il nucleo iniziale di quel corso C. L’inizio non fu dei migliori. Proprio perché l’istituto non aveva ancora una identità forte, gli studenti che lo frequentavano dovevano sobbarcarsi continui spostamenti da una sede provvisoria all’altra e turni pomeridiani. Dopo tanto peregrinare, da un accordo tra l’allora Provincia Regionale di Ragusa e l’IMAC, l’Istituto fu ubicato in aule ricavate in uno stabile che ospitava gli uffici di un ente pubblico Regionale: l’AZASI.
Da quel 1968, il corso C è cresciuto e con esso tutto l’Istituto. Sono passati 50 anni. Quella classe, composta da 30 baldi giovani, tutti maschietti, superò con non poche difficoltà tutte le insidie che via via si presentavano. Ma alla fine, la soddisfazione di raggiungere la tanto sospirata maturità scientifica nel luglio 1973. Gli anni del Liceo non sono stati tutti “rose e fiori”; abbiamo dovuto subire non pochi disagi e soprusi. Siamo stati relegati in una aula piccola, umida, senza finestre per ben quattro anni, ma alla fine dopo una protesta al quarto anno ci hanno permesso di utilizzare l’aula di scienze al primo piano dell’istituto. L’anno della maturità, nonostante tutti avevamo un rendimento scolastico oltre la sufficienza e con punte di eccellenza per alcuni di noi, si è perpetrato un “delitto” da parte della commissione d’esame e nei confronti del nostro professore Aldo Grana (è stato raggirato stante la sua condizione di non vedente) e nei confronti di noi studenti che non abbiamo avuto riconosciuto il giusto merito e qualcuno (cinque con la precisione) ha dovuto subire la bocciatura. Una vergogna che però grazie alla nostra tenacia ci ha consentito di rimanere uniti ancor dopo questa ignobile mostruosità.
Si potrebbe discernere anche sulle disparità di genere e di classe. L’élite doveva stare nei corsi A e B e il resto relegato nel corso C. Non ci siamo sentiti parte integrante di quell’Istituto per i motivi sopra esposti, ma ci sentiamo onorati di aver vissuto la nostra adolescenza con colleghi e amici e con insegnanti del calibro del Prof. Pippo Frasca, Prof. Aldo Grana, Prof.ssa Saluzzi, Prof. Biagio Mollura, Prof.ssa Cartia, e dell’immensa Prof.ssa Carmela Ricca Lantieri. Nonostante le vicissitudini che la vita riserva possiamo dire di essere stati fortunati. Il resto, la realizzazione professionale, lavorativa in generale di ciascuno di noi va attribuita, senza ombra di dubbio ai nostri “EDUCATORI” di cui, la Prof.ssa di matematica Carmela Lantieri ne è stata e continua ad essere degna ambasciatrice. Auguri a noi, compresi gli assenti, ché idealmente sono stati con noi. Fatta questa doverosa premessa, voglio dire che la V C, è ancora viva e le persone che hanno vissuto la storia di quel corso, ogni anno da 50 anni a questa parte si riuniscono per rinverdire i legami consolidati in quegli anni di liceo sempre con spirito rinnovato e con il desiderio di ritrovarsi negli anni a venire.
Quest’anno, per me e per tutti i componenti l’affiatato gruppo dello storico corso C del Liceo Scientifico statale Galilei Galileo di Modica, ricorre l’anniversario dei 50 anni dal diploma. Come per gli altri anni, abbiamo organizzato una serata all’insegna del buonumore, della spensieratezza, della buona cucina, rendendo partecipi della nostra esperienza anche le nostre gentili consorti. Abbiamo creato uno spirito di gruppo anche tra loro, e, come vuole la tradizione, questo momento è atteso da tutti/e con ansia. La data dell’incontro è stata, dopo un forzato spostamento, fissata al 20 ottobre 2023; ciò ha determinato un ridimensionamento del gruppo. Il luogo scelto, come da tradizione (con qualche eccezione nel corso degli anni) per questo evento che vede riuniti quelli che furono gli studenti della Quinta C, è stata la Taverna Vita Eterna da Nicastro. La serata ha visto la presenza di 13 ‘Studenti’ della quinta C, e 8 consorti. Ci ha onorato della Sua presenza ancora una volta la Professoressa di Matematica, Dr.ssa Carmela Ricca Lantieri, che ha voluto offrire a noi tutti la torta di fine serata. La serata è stata piacevole ed abbiamo goduto delle prelibatezze della tradizione modicana. Alle signore presenti è stato fatto omaggio di una rosa ed alla nostra insegnante un bouquet di fiori. Un pensiero doveroso va a due dei nostri compagni scomparsi prematuramente: Giovanni Brafa Misicoro e Giuseppe (Pippo) Blanco.
La serata si è conclusa con il tradizionale intervento del Dr. Pietro Pitino, che ha condito il tutto con una sua poesia in parte in vernacolo dal titolo “Lu Tiempu”, e di cui qui di seguito cito alcuni versi:
“Lu tiempu è gran signuri, ti pigghia e t’arrivota,
nta li so vrazza crisci truniannu comu rota.
Lu tiempu nunn’è cosa ca accatti cu li sordi
Ci l’hai ‘mpicatu ‘ncuoddu cu tutti i so ricuordi,
C’è u tiempu ca è passatu, amuri e piccuittanza
Lu sierbu nta lu cori cu prieiu e gran crianza.
Picciutti c’amu stato co suli nta la facci,
lu piettu cinu i gghioia, li vrazza ppi l’abbracci.
…………….. (cit. Dr Pietro Pitino)
Alla serata sono stati presenti: dr.ssa Giuseppa Rustico, vedova del dr. Giuseppe Blanco, dr. Giovanni Vindigni, dr. Salvatore Vindigni, dr Rinaldo Trepiedi, dr. Pietro Pitino, Dr. Francesco Galfo, sig. Marcello Guarrasi, Dr Giovanni Nicastro, Sig. Giancarlo Iozzia, Sig. Giorgio Giannone, Dr. Pietro Poidomani, Sig. Pietro Colombo, Prof. Antonino Di Giacomo e infine graditissima ospite la Prof Dr.ssa Carmela Ricca Lantieri. Che Dio ci dia la forza e la volontà di continuare ad incontrarci per rivivere momenti indimenticabili della nostra vita, e che quanti quest’anno non ci hanno potuto onorare della loro presenza per ragioni non dipendenti dalla loro volontà, possano unirsi per gli anni a venire tante e tante volte ancora., nel segno della stima e rispetto reciproco e di una amicizia incommensurabile. (di Marcello Guarrasi)