Che sbadati che siamo !!! Confessiamo che ci era completamente sfuggito (o forse non era stato reso pubblico, chissà) che il Comune di Ragusa avesse istituito, magari informalmente, un assessorato (o qualcosa di simile) per i rapporti istituzionali con l’Azienda Sanitaria Provinciale, affidandone la competenza a due consiglieri di maggioranza, ovvero Rossana Caruso e Federico Bennardo. Infatti i due giovani ed attivissimi esponenti consiliari (Caruso è peraltro anche vice presidente del consiglio comunale) si sono fatti sostenitori dalla raccolta di firme avviata da operatori sanitari ed utenti per l’apertura di un punto ristoro all’ospedale Giovanni Paolo II° di Ragusa, sulla vicenda la settimana scorsa hanno incontrato ed interloquito direttamente con il Manager della sanità provinciale, ricevendo assicurazione che sarebbero stati già individuati i locali dove allocarlo e che entro fine anno sarebbe stato pubblicato il bando per l’affidamento.
E come se tutto questo non bastasse, sabato 4 novembre, i due inarrestabili consiglieri si sono “interfacciati con la direzione sanitaria generale sullo stato dei lavori per la realizzazione dell’ospedale di comunità al Maria Paternò Arezzo”. Naturalmente ci è piaciuto scherzare (e non ce ne vogliano i due consiglieri, che peraltro apprezziamo moltissimo per l’indipendenza politica di cui stanno dando mostra fin dal loro esordio nella carica) sulla questione dell’assessorato ‘informale’, ma tutto il resto è vero e reale ed encomiabile. Pertanto leggiamo insieme la nota che Rossana Caruso e Federico Bennardo (in genere citiamo i nomi in ordine alfabetico ma siamo un po’ all’antica e preferiamo sempre compiere un gesto di cortesia di genere verso una signora) hanno diffuso. “Grazie al prezioso lavoro della direzione generale sono stati compiuti tutti gli adempimenti necessari per l’avvio dell’iter di realizzazione dell’ospedale di comunità entro i termini previsti per evitare di perdere i finanziamenti stanziati. L’ospedale di comunità, previsto dal Dm77, svolgerà una funzione intermedia tra l’assistenza domiciliare e il ricovero ospedaliero, con la finalità di evitare ricoveri ospedalieri impropri e di favorire dimissioni protette in luoghi più prossimi al domicilio e più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica e di recupero funzionale. L’ospedale di comunità di Ragusa – sottolineano i consiglieri – sarà realizzato presso il presidio ospedaliero Maria Paternò Arezzo restituendo un ruolo importante nell’offerta sanitaria territoriale.
L’importo totale aggiudicato è di 1.419.908,91 euro, i lavori inizieranno a gennaio 2024 e si concluderanno a luglio 2025, con alcuni mesi di anticipo rispetto al termine ultimo di attivazione del 30 marzo 2026 contrattualmente previsto dal Cis (Contratto interistituzionale di sviluppo) siglato tra il ministero della Salute e l’assessorato della Salute della Regione Sicilia. La sua realizzazione colma un vuoto esistente ed arricchisce l’offerta sanitaria, aggiungendo un importante tassello e ponendo Ragusa alla pari di altre realtà. Continueremo a seguire l’iter fino alla sua realizzazione riconoscendo l’opera come strategica”. Fin qui dunque la nota di Caruso e Bennardo. Tuttavia riteniamo opportuno sottolineare un dettaglio che forse a qualcuno potrebbe essere sfuggito. Ma durante l’estate, il leader della lista Partecipiamo-Ragusa futura, nella quale Rossana Caruso è stata eletta, l’assessore alla sanità Giovanni Iacono, non si era impegnato intensamente sulla vicenda della ‘casa di comunità’?
Quest’ultima è un altro istituto previsto dallo stesso Dm772022 e dovrebbe essere, come lo stesso Iacono a più volte ribadito, in interventi e interviste, anche nella qualità di presidente dell’Anci Sanità regionale e vicepresidente vicario della stessa organizzazione nazionale, un luogo fisico di prossimità per i bisogni di salute dei cittadini che deve essere aperto 24 ore al giorno per 7 giorni su 7, deve essere di facile individuazione, e composto da équipes multidisciplininari, dai medici di famiglia agli infermieri di comunità agli specialisti medici, ai professionisti assistenti sociali, psicologi e figure simili. Il tutto da realizzare, secondo quanto previsto dagli standard della normativa citata, per ogni 40/50 mila abitanti. Ed invece, sempre Giovanni Iacono ha denunciato che ‘inspiegabilmente’ a Ragusa la ‘casa della comunità’ non è stata prevista. A questo punto sorge spontanea la domanda: bene fanno i due consiglieri di maggioranza Caruso e Bennardo, a interessarsi dell’ospedale di comunità, ma non sarebbe stato opportuno raccordarsi con l’assessore Iacono e sostenere anche la realizzazione della casa della comunità, che comunque viene difesa e richiesta da un autorevolissimo esponente dela stessa amministrazione e maggioranza di cui essi sono parte? (daniele distefano)