I ricci di mare in Sicilia sono una specie a rischio estinzione. A dirlo è una ricerca del “Monitoring Paracentrotus – Mopa, occhio ai ricci”, il progetto, finanziato dai fondi europei, che lega razionalità scientifica, rispetto della natura, legislazione innovativa ed etica sociale, coordinato dal dipartimento scienze della terra e del mare dell’università di Palermo, i cui risultati sono stati presentati nel pomeriggio a Palazzo dei Normanni. “Tutelare il riccio di mare nel cuore del Mediterraneo per proteggere l’habitat marino e la biodiversità, è questo il leit motiv del progetto dello stato della risorsa che nasce dalla preoccupazione che il ‘Paracentrotus lividus’ è sempre più raro nei nostri mari – spiega Paola Gianguzza, responsabile scientifico – L’obiettivo è promuovere la gestione, la conservazione e l’uso sostenibile del riccio di mare in Sicilia al fine di aggiornarne il piano di gestione, già previsto dalla legge del 2019, con attività di quantificazione, divulgazione e conoscenza della risorsa anche per sperimentare percorsi virtuosi per l’economia locale”.
L’analisi dei fondali è stata eseguita nelle 5 aree marine protette, partner del progetto, di Capo Gallo-Isola delle Femmine (Pa), Capo Milazzo (Me), Isola di Ustica (Pa), Plemmirio (Sr) e Isole Ciclopi (Ct). “Mancano dati sui ricci di mare e con questo studio – aggiunge Ganguzza – abbiamo cercato di quantificare la risorsa. Purtroppo, le conclusioni sono sconfortanti perché nelle aree marine protette non abbiamo trovato ricci, non abbiamo trovato la struttura di una popolazione sana, quindi serve un fermo biologico di almeno 3 anni, così come si sta facendo in Puglia”. A raccogliere l’appello è il deputato del Pd Nello Dipasquale che ha pronto un disegno di legge per bloccare la pesca dei ricci. Le resistenze sono tante, a partire dai pescatori e dal settore della ristorazione. Infatti, il ‘Paracentrotus lividus’ è considerato, sin dall’antichità, uno dei frutti di mare più ricercati per la delicatezza delle sue gonadi e da sempre ha un importante ruolo commerciale.
“In Sicilia il riccio di mare è sottoposto a una forte pressione di pesca abusiva, anche per il suo valore alimentare ed economico – sottolinea Marco Toccaceli responsabile di ‘Crea – Cooperativa ricerche ecologiche ed ambientali, che ha svolto il monitoraggio visivo dei fondali -. Nella nostra regione solo in 12 hanno licenza di pesca dei ricci, tutti gli altri sono abusivi, ad eccezione dei pescatori subacquei dilettanti che sono autorizzati a pescarne massimo 50. Per questa ragione, bisogna intensificare i controlli”.