Ci andiamo convincendo sempre più, non sappiamo se a torto o ragione, che l’attuale amministrazione cittadina, il Cassì bis, forte del suo 63% di consensi ottenuto 5/6 mesi fa, abbia tappezzato le proprie stanze di governo, con due ordini di cartelli di avviso: un “non disturbare il conducente” in quelle più a contatto con l’esterno e, forse in concomitanza con la riproposizione in tv in questi giorni di alcuni begli episodi della fiction del Commissario Montalbano, con un più prosaico “non ci rompete i cabasisi” in quelle più interne e meno visibili. Queste considerazioni ci sono venute spontanee nell’apprendere da un comunicato stampa ufficiale di Palazzo dell’Aquila, relativo alla convocazione della commissione Assetto del territorio, per lunedì prossimo 20 novembre, che si sarebbe dovuto procedere alla nomina del nuovo presidente dell’organo consiliare a seguito delle dimissioni del consigliere Sergio Schinina’ che ne era al vertice.
Dimissioni quelle di Schinina’ di cui nessuno, né cittadini né opinione pubblica né organi di stampa né altri consiglieri (come vedremo appresso), erano a conoscenza. Cosa ancor più esecrabile trattandosi peraltro di un organo ufficiale e istituzionale. Insomma sembrerebbe che amministrazione e maggioranza siano dell’opinione ‘ce la scriviamo ce la suoniamo e ce la cantiamo tutta da noi’. A rompere il silenzio totale sulla vicenda è però intervenuto il consigliere 5 Stelle Sergio Firrincieli che fornisce la propria lettura di quanto sta accadendo. “Ci sono passaggi, che si consumano all’interno di palazzo dell’Aquila, che meritano di essere posti sotto i riflettori e che non possono passare sotto silenzio. Passaggi che denotano la mancanza di cautela politica da parte della Giunta Cassì nonostante le costanti e reiterate sollecitazioni delle opposizioni a raddrizzare il tiro. Ma, come recita il vecchio adagio, meglio tardi che mai. E, allora, anche a distanza di cinque mesi, il segnale arrivato dopo una dimissione dovrebbe necessariamente ricevere un’adeguata interpretazione, una sollecita chiave di lettura”. Così il capogruppo dei Cinque stelle al Consiglio comunale, Sergio Firrincieli, dopo che il collega consigliere comunale Sergio Schininà si è dimesso dal ruolo di presidente della commissione Assetto del territorio, quella che, più specificamente, si occupa di urbanistica.
“Sia detto per inciso – afferma Firrincieli – che di tale disimpegno abbiamo appreso per caso, leggendo il contenuto dell’ordine del giorno della prossima seduta della commissione. Nessuno ci ha avvisato. Altrettanto per inciso, sia precisato che lo avevamo detto: il cognato del sindaco, entrato in Consiglio comunale per effetto di un ripescaggio artatamente attuato tramite le dimissioni di consiglieri eletti con più voti nella lista Cassì sindaco passati a ricoprire unicamente il ruolo da assessore, non poteva continuare a occupare un ruolo delicato come questo, a maggior ragione in un momento storico che, a giorni, sarà contrassegnato dal delicato esame delle nuove carte che riguardano il Prg. Per fortuna nostra, dopo cinque mesi hanno compreso che tutto ciò non avrebbe potuto essere e quello che si era rivelato come un gesto di tracotanza politica da parte del sindaco, per fortuna è stato archiviato come un colpo di mano non riuscito”. Firrincieli ricorda che già in occasione della prima convocazione della commissione lo stesso sollecitò tutti i componenti dell’organismo a fare convergere le preferenze su un nominativo che potesse essere gradito e di garanzia per tutte le forze politiche rappresentate “e che certo – continua – non poteva essere, per ovvie motivazioni, il cognato del sindaco. A quel tempo, non ci fu alcuna risposta a questa esortazione da me esposta. Ora, alla luce di quanto accaduto, ritengo che la stessa diventi quanto mai attuale e che, dopo questa breve e triste parentesi, si ritorni a fare politica in maniera alta.
Lasciamoci alle spalle quel colpo di mano politico che, adesso, è finito male. E si pensi, piuttosto, a tracciare un nuovo percorso che possa soddisfare le legittime esigenze di rappresentanza di ciascun commissario presente in seno all’organismo. Un tentativo fallito, quello del sindaco. Ancora più magra la figura di Schininà che, evidentemente, per rispondere ai diktat politici del primo cittadino, ora è stato costretto a una disonorevole, politicamente parlando, marcia indietro. Speriamo che da tutte le parti in causa, rispetto a questa nomina, si possa addivenire a più miti consigli”. Ma noi prima di chiudere vorremmo tornare alle considerazioni iniziali su una amministrazione e relativa maggioranza che niente vorrebbe far trapelare all’esterno su dissensi o critiche o perplessità. E ci tornano alla memoria le affermazioni fatte, qualche seduta consiliare fa, dal sindaco e da un suo assessore e testimoniate dallo streaming televisivo e da minuziose cronache giornalistiche della seduta, allorquando i due amministratori invitarono esponenti della opposizione a non trattare argomenti di dissenso in aula ma di proporli piuttosto ‘direttamente nelle stanze nostre’, dando così in luminoso esempio di democrazia e trasparenza e soprattutto di rispetto per il dibattito nell’aula consiliare, proprio a ciò riservato. (daniele distefano)