E’ finalmente esplosa pubblicamente, venendo a galla nella seduta del consiglio comunale di Ragusa di lunedì pomeriggio 20 novembre, la questione del rapporto tra partiti e liste civiche, e soprattutto, per chiamare le cose con il loro nome, della presenza di ‘cuffariani’ all’interno di liste di maggioranza che civiche tout court sarebbero dovute essere. E che come tali erano state esaltate dal Sindaco Cassì nel rivendicare il civismo puro della propria maggioranza ed amministrazione, ed il rifiuto, se non l’esecrazione, della forma partito. La questione, che pure era stata dibattuta in maniera non pubblica, a mezza bocca e facendo finta che non esistesse (anche se Saverio Buscemi, consigliere comunale e referente locale di Cateno De Luca aveva riferito ad un organo di stampa di aver intimato al sindaco Cassì un “mai con i cuffariani in maggioranza”) è stata oggetto di un intervento in aula, appunto nella seduta citata di lunedì pomeriggio, dal consigliere 5 stelle Sergio Firrincieli.
Che al suo intervento consiliare ha fatto seguire anche una nota stampa che già nel titolo recita “partiti e movimenti civici, nessuno scandalo ma al bando l’ipocrisia politica”. Queste le considerazioni del consigliere ed ex candidato sindaco della colazione progressista alle scorse amministrative. “Bando all’ipocrisia politica. Nessuno scandalo. Ma, per favore, non dite che non lo sapevate. Che alcuni contenitori ammantati di civismo avessero al proprio interno figure, alcune delle quali poi elette, che si ricollegavano a precisi partiti politici e, nello specifico, alla Dc di Cuffaro, era noto a tutti, dai rappresentanti di quella che sarebbe diventata la nuova maggioranza a quelli delle opposizioni. Quindi, non ci si venga a raccontare di fiabeschi quanto improbabili cambiamenti in corso d’opera. La gente ha scelto l’attuale maggioranza sapendo anche chi c’era dietro. Nessuno racconti storielle perché, come dicono a Napoli, “ca nisciuno è fesso”. E ci mancherebbe altro” Lo ha detto ieri sera in Consiglio comunale a Ragusa il capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Sergio Firrincieli, facendo riferimento alle fibrillazioni politiche interne alla maggioranza, come sollevate dal rappresentante in aula di Cateno De Luca e non solo. “Non ci si può dire, come fatto dagli amici di Ragusa Prossima – continua Firrincieli – che nessuno sapeva. Perché non è così. E neppure si può parlare di cambiamenti in corso d’opera considerando che, in realtà, gli stessi non si sono mai verificati visto che siamo partiti con le aggregazioni tuttora cristallizzate, conoscendo benissimo a che cosa si stesse andando incontro.
Ci sembra di rivivere lo stesso clima del 2018 quando, durante i primi mesi della Giunta Cassì, l’assessore Salamone fu costretta a dimettersi per lasciare spazio a Ciccio Barone che era stato uno dei principali artefici della campagna elettorale del sindaco. Una circostanza di fatto sempre circolata negli ambienti di palazzo dell’Aquila, abilmente occultata, salvo poi legittimarla con un ingresso in Giunta. Ribadisco: nessuno scandalo. Ma occorre parlare chiaro. Anche perché vedremo se ci sarà coerenza da parte di chi ha sostenuto a spada tratta di non volere mai avere niente a che fare con Cuffaro e adesso, invece, se lo ritrova come convitato di pietra. Questi i fatti, tutto il resto è noia, come direbbe qualcuno. Poi, come sempre, spetterà ai cittadini decidere per cosa è meglio. Però, per favore, non si spacci la luna per il sole. Vedremo che cosa accadrà. Ma la base di partenza, lo ripetiamo, è questa. Dovranno essere i cittadini, è fin troppo evidente, quando saranno di nuovo chiamati alle urne, a valutare se la mancata coerenza di questi gruppi politici dovrà essere premiata o meno e se va bene così.
Parimenti, i gruppi politici in questione potranno decidere di parlare chiaro e di rivolgersi agli elettori illustrando i loro cambiamenti in corsa. Tutti percorsi che occorrerà valutare con la massima attenzione. Noi, come sempre, saremo qui a vigilare”. Un solo commento da parte nostra: è evidentissimo che dignità politica di ciascuno vorrebbe che da questo momento in poi (perché lunedì è stata segnata una netta linea di demarcazione) si discutesse con la massima lealtà e chiarezza e senza infingimenti di sorta. Non giustifichiamo il detto che in politica tutto sia concesso, ma perlomeno invochiamo un minimo di onestà intellettuale da parte dei protagonisti. (daniele distefano)