L’appello lanciato in occasione del 3 dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità, da Giovanni Provvidenza, dell’Anfass di Modica, perché si tengano consigli comunali aperti sulle questioni riguardanti tali persone, ha trovato un primo riscontro nella Città della Contea, dove la presidente del Consiglio Comunale, Mariacristina Minardo, ha accolto la richiesta di dedicare a tale problematiche un consiglio aperto. Alla vigilia del 3 dicembre, infatti Giovanni Provvidenza aveva diffuso una nota pubblica che riportiamo qui di seguito. “3 dicembre giornata internazionale delle persone con disabilità. Fin quando non ci accettiamo, ci sarà sempre una discriminazione.
L’ 80% della popolazione dei paesi in via di sviluppo (parliamo di quasi un miliardo di persone) convive ancora con barriere culturali ed ambientali che ne limitano fortemente il benessere, a causa di una o più forme di disabilità. Il 3 dicembre è la data, che non vuole essere semplicemente simbolica, in cui si pone l’accento sui diritti delle persone con disabilità in ogni ambito della vita. Prendiamoci un attimo per pensare alle nostre città, alle possibilità di accesso al lavoro, all’informazione, alle opportunità di lavoro e svago e ci renderemo conto di quanto siamo indietro anni luce nell’eliminare ogni forma di discriminazione e garantire parità di accesso.
Il problema della discriminazione è particolarmente insidioso perché non esiste solo quella diretta e immediatamente percepibile (ad esempio, non voler assumere una persona anche se qualificata perché disabile) ma anche una discriminazione indiretta, che si realizza quando una misura sembra essere neutra ma in realtà, nei fatti, pone la persona con disabilità in una posizione di svantaggio. Qui gli esempi si sprecano: pensiamo ad hotel o ristoranti raggiungibili solo per telefono e che quindi discriminano le persone sorde; i semafori che funzionano solo tramite colori e non sono dotati di segnale acustico, che discriminano le persone non vedenti; l’assenza di rampe o ascensori negli edifici preclusi a chi ha una disabilità fisica. Per non parlare di chi ha una disabilità di tipo intellettivo o del neurosviluppo, spesso svalutate e nell’immaginario comune rappresentate come persona “malate” o comunque deficitarie. Si tratta di ostacoli che rendono la condizione di disabilità ancora più gravosa di quanto questa non sia. Non ci sono facili ricette per risolvere un problema che è certamente complesso ma che ci chiede di ripensare il nostro modo di progettare spazi, strumenti di informazione e di partecipazione, rendendo le persone con disabilità “visibili” e facendo in modo che le loro istanze siano ascoltate da tutti.
Il 3 dicembre per le nazioni unite è la giornata internazionale delle persone con disabilità, per noi Anffas Modica è il punto d’incontro tra il mondo associazionistico e la politica locale. Perché ancora c’è tanto da fare, anche se a livello nazionale qualcosa si muove. A livello regionale e locale c’è ancora tanto da cambiare per le persone con disabilità. Per questo come Anffas Modica chiederemo sempre ai comuni un consiglio comunale aperto. Perché deve essere la politica ad ascoltare e dare delle soluzioni alle famiglie e a tutte le persone con disabilità”. In precedenza, lo stesso Provvidenza, questa volta anche in veste di portavoce del forum del Terzo Settore aveva “denunciato un grave ritardo da parte delle Amministrazioni dei Distretti Sociosanitari 43, 44 e 45 (Vittoria, Ragusa e Modica) nella convocazione della Rete territoriale per la protezione e l’inclusione sociale”.
Aveva ricordato che “la rete territoriale in questione non solo adempie ad un ben preciso obbligo di legge (Dlgs 147/2017) ma è anche uno strumento di programmazione partecipata ormai indispensabile per far fronte alla complessità dei bisogni dei nostri territori. La rete, infatti, è composta da Rappresentanti del Terzo Settore, Organizzazioni Sindacali, Associazioni di categoria, professionali e del mondo della cooperazione, Organismi della formazione professionale, Scuole, Centri provinciali per l’Istruzione Adulti (IACP), Uffici di Servizio Sociale Minorile (USSM), l’Ufficio Scolastico Provinciale, lo Osservatorio dispersione scolastica, l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (UEPE), Centri per l’impiego (CPI), Università e Centri di ricerca, Enti e Associazioni in rappresentanza dei beneficiari degli interventi e dei servizi sociali di secondo e terzo livello. Si tratta quindi di un organismo vasto, che restituisce un’istantanea dei bisogni esistenti a 360°. Nel mese di settembre, il Forum del Terzo Settore ha scritto ai Sindaci dei Comuni Capofila dei Distretti coinvolti per chiedere la convocazione della Rete allo scopo di conoscere lo stato dell’arte delle politiche sociali distrettuali, programmare l’eventuale convocazione di tavoli tematici, avviare una discussione su percorsi di co programmazione e di co progettazione. Ad oggi sono trascorsi due mesi ma dalle Amministrazioni tutto tace. Il Forum del Terzo Settore torna quindi a chiedere con forza che le Reti territoriali per la protezione e l’inclusione sociale vengano convocate al più presto per iniziare una progettazione che sia rispondente ai reali ed effettivi bisogni esistenti”. (da.di.)