La “compartecipazione seppur minima di Sicilia e Calabria” al finanziamento del Ponte sullo Stretto, per il vice premier Matteo Salvini, è “più che ragionevole” ma dalle opposizioni si alzano gli scudi: “E’ uno scippo al Sud”.
Anche nella maggioranza c’è chi, come in Forza Italia, definisce “inammissibile” la scelta di prelevare 1,3 miliardi dal Fondo per la coesione destinato alla Sicilia e 300 milioni da quello della Calabria. Dalla Presidenza della Regione siciliana si puntualizza che “la decisione governativa non è mai stata condivisa dall’esecutivo regionale” pur ribadendo “la totale disponibilità verso la realizzazione del Ponte, opera strategica, e per questo la giunta si era impegnata a destinare un miliardo di euro di risorse del Fes 2021-2027”.
E quindi l’appello a Salvini perché “si possa attivare per restituire le maggiori risorse sottratte alla Sicilia, necessarie per sostenere investimenti per lo sviluppo dell’Isola”. Per il ministro delle Infrastrutture comunque “se Sicilia e Calabria ci mettono, ad ora, il 10% e lo Stato il 90%, è giusto”. “Non è un’opera pubblica che unirà solo le due regioni perché tutta l’Italia ne gioverà – sostiene Salvini – Per Sicilia e Calabria cambierà il mondo”. “Il dossier Ponte prosegue come da programma, c’è la totale copertura economica e la giusta partecipazione finanziaria delle Regioni: l’obiettivo è rispettare i tempi, iniziando i lavori nel 2024, per offrire a tutti gli italiani un’opera attesa da decenni” è il messaggio che arriva dal Mit. Rimane però la polemica.
“Ritengo inammissibile che venga posto a carico della Sicilia una ulteriore parte della somma, è inaccettabile” tuona Tommaso Calderone, deputato di Forza Italia e presidente della commissione bicamerale sull’insularità. “Si dovrebbe pensare, per principio costituzionale, a eliminare gli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità e invece si agisce al contrario, rendendo vano il grande lavoro che sta svolgendo il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, con il quale concorderò per le vie brevi, una audizione in commissione per pianificare un intervento a difesa della Sicilia e dei siciliani”.
Immediata la replica dell’alleato di governo Nino Germanà, vicepresidente del gruppo Lega al Senato e siciliano: “Una reazione del genere potremmo aspettarcela da certa sinistra che è contro lo sviluppo delle nostre terre, non certo da parlamentari del partito di Berlusconi. L’auspicio è che Tajani prenda le distanze da tali surreali dichiarazioni”. Di “rapina” parlano i deputati calabresi del M5s, per la Uil si tratta di “uno scippo”. “Saccheggio” è il termine utilizzato da +Europa, mentre secondo il capogruppo di Iv, Davide Faraone, “questa notizia fa il paio con il taglio dei finanziamenti ordinari all’Anas, anche questi destinati alla realizzazione del Ponte”. E il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, propone un referendum consultivo: “Si pronunci il corpo elettorale calabrese se effettivamente vale la pena sacrificare tutto per una sola opera. Se proprio questo governo vuole realizzare il ponte non lo faccia con i soldi della Calabria. Salvini si costruisca il suo giocattolo con i soldi della Padania”.