Che pienone con il presepe vivente, ieri, a Monterosso Almo. Durante la rappresentazione allestita nell’antico quartiere di uno dei borghi più belli d’Italia, la rappresentazione ha raggiunto l’invidiabile traguardo della trentasettesima edizione. Visitatori provenienti da ogni parte della Sicilia, oltre quattromila e ottocento, hanno animato le caratteristiche viuzze col saliscendi del quartiere Matrice, il cuore antico di Monterosso, che ha pulsato grazie all’attività degli oltre trecento figuranti reclutati dall’associazione “Amici del presepe” in grado di mettere in scena una edizione tra le più memorabili di sempre della sacra rappresentazione.
La serata di Santo Stefano si è trasformata, dunque, in un momento tutto da vivere per ammirare gli scorci nascosti del centro montano e per farsi catturare dalle decine e decine di scene abilmente ricostruite che hanno trasportato i visitatori indietro di decenni. Gli antichi mestieri sono stati il piatto forte della ricostruzione storica messa in piedi dagli “Amici del presepe” che, come sempre, hanno seguito con la massima attenzione tutti gli aspetti concernenti l’allestimento, grazie ai quali nulla è stata lasciato al caso, ricostruendo i vari ambienti con una perfezione accurata, quasi maniacale, per quanto riguarda i dettagli. Ciò ha anche significato il recupero di centinaia di antichi oggetti ritrovati nelle case dei nonni, tramandati da una generazione all’altra. Il corteo, con San Giuseppe, la Madonna e l’asinello, seguito dai pastorelli, formatosi in piazza San Giovanni e poi arrivato sino in piazza Sant’Antonio, dove è situato l’ingresso del presepe, ha potuto contare sullo speciale apprezzamento dei presenti.
Un flusso continuo di persone è rimasto estasiato dalla fucina del fabbro ferraio, dalla preparazione del pane, dalla “putia ro vino” in cui gli avventori hanno deliziato i visitatori con le tradizionali nenie siciliane; senza dimenticare, ovviamente, l’artigiano che riparava le sedie realizzate con le fascine oppure il “cunzatore” di scope. C’erano, anche, l’intagliatore di flauti e le vecchie comari, interpretate da alcune giovanissime, che hanno reso nel modo più affascinante possibile l’“arte” del pettegolezzo. Ma i visitatori sono rimasti ancora più estasiati non appena hanno messo piede all’interno della grotta dove, accanto al bue e all’asinello, la scena della Natività è stata ricostruita nella maniera più attenta, seguendo i canoni della tradizione. Il presepe vivente di Monterosso Almo torna l’1, il 5, il 6 e il 7 gennaio con partenza del corteo alle 17,15 da piazza San Giovanni.