Sono trascorsi 331 anni dal disastroso terremoto dell’11 gennaio 1693 che colpì la Sicilia orientale, con particolare devastazione per la città di Ragusa. Oggi, inizia il triduo presso il Duomo di San Giorgio a Ragusa con la traslazione del simulacro del Santo Cavaliere nel transetto della Chiesa Madre.
La Chiesa Madre di San Giorgio, nel ricordare questo tragico evento, sottolinea l’importanza di commemorare ogni anno la resilienza e la maestria con cui i padri hanno ricostruito la città, consegnando ai posteri monumenti di alto valore artistico. Tra essi spicca il Duomo di San Giorgio, riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità insieme al sito dell’antica Ragusa.
Quest’anno, in modo diverso dagli anni precedenti, molte persone hanno manifestato il desiderio e la necessità di celebrare la ricorrenza del terremoto con un atto di devozione al patrono San Giorgio. Come nel 1693, quando i padri si rivolsero al santo cavaliere affidando il futuro della città al suo patrocinio, anche oggi ci rivolgiamo alla sua intercessione per ottenere da Dio protezione e la grazia di condurre una vita sana, serena, santa e laboriosa, contribuendo al progresso sociale e spirituale della città.
La traslazione straordinaria del simulacro di San Giorgio avviene dalla sua nicchia accanto all’altare, seguendo la “Scinnuta” tenutasi ieri sera in modo sobrio. Il triduo prevede oggi alle 16:30 un momento di adorazione eucaristica, domani alle 17:30 la recita del Rosario e la benedizione eucaristica, e mercoledì alle 18 la celebrazione della santa messa, tutti presso il Duomo.
Devoti e fedeli sono invitati a partecipare a questi momenti dedicati a commemorare le vittime del “Terremotu ranni”.