“La Regione si faccia baluardo della lotta degli agricoltori siciliani nei confronti del governo nazionale e dell’Unione Europea”. Lo dice la deputata regionale del M5S, Stefania Campo, che questa mattina ha partecipato alla riunione che si è tenuta presso la sede dell’assessorato allo Sviluppo economico della zona Artigianale di Ragusa, insieme al Consigliere comunale, Sergio Firrincieli. “Abbiamo consegnato al sindaco e all’assessore Massari, che sta coordinando il tavolo, un documento con 10 punti critici ed altrettante proposte, da cui poi scaturirà un unico documento condiviso – spiega – nel frattempo abbiamo affrontato il tema della siccità che non si può risolvere solo dichiarando lo stato di crisi, ma bisogna intervenire utilizzando l’innovazione tecnologia nelle reti idriche e dissalatori a basso impatto di ultima generazione.
A tal proposito abbiamo ricordato che nel Pnrr dello scorso governo, una delle misure 4.0 era proprio un fondo di 800 milioni destinato a questo. La nostra agricoltura ha perso slancio e competitività sui mercati. I piccoli produttori sono strozzati dallo strapotere delle multinazionali e della grande distribuzione organizzata. L’Europa sta dalla parte di chi monopolizza questo settore grazie a lobbies e speculazioni economiche. E la Meloni, nonostante continui a blaterare di sovranità alimentare e di sostegno al Made in Italy, in questi mesi ha danneggiato tutto il settore agroalimentare, depotenziando Transizione 4.0, il più grande investimento che avevamo progettato nel Pnrr; non fa niente contro i danni da cambiamento climatico e le epidemie animali; opera tagli ai finanziamenti previsti per le imprese agricole giovanili; non ha prorogato l’esenzione IRPEF dei redditi dominicali e agrari; ha eliminato il credito d’imposta per l’acquisto di carburanti per l’esercizio dell’attività agricola.
In Sicilia anche Sammartino non è da meno. Poco o nulla nell’ultima finanziaria varata dal governo regionale. Ecco perché diciamo che questa lotta andrà a buon fine solo se sarà unitaria e dal basso e se i sindaci siciliani, assieme a noi parlamentari, sapranno rappresentare la protesta che sale dalle nostre campagne, per poi trasferirla al presidente della Regione affinché interloquisca, lui stesso, con Roma e Roma con Bruxelles”.