Fatte salve le due grandi questioni della bocciatura del ddl Provincie al Parlamento siciliano con il suo seguito di polemiche tra Stefania Campo (M5) e Ignazio Abbate (Dc) e dell’avvio, seppur ancora stentato, del dibattito sui Piano Strategico Ventennale, a Ragusa questa che si va a chiudere è stata una settimana incentrata su fatti criminosi e sul conseguente allarme per il degrado in cui versa il centro storico. Ultimo intervento in ordine di tempo quello di sabato del consigliere comunale 5 stelle Sergio Firrincieli di cui abbiamo ampiamente riferito. Ma nella stessa mattinata di sabato 10 febbraio anche il consigliere comunale del PD Mario Chiavola era intervenuto sullo stesso argomento denunciando “Adesso basta. Adesso si faccia qualcosa. Abbiamo massimo rispetto di tutti. Ma non possiamo continuare ad assistere inermi a questo stillicidio di notizie riportate, nell’ultima settimana quasi quotidianamente, sul nostro centro storico.
Prima l’accoltellamento in via Roma, poi la violenza sessuale ai danni di una cittadina straniera che stava rincasando da scuola. Dobbiamo convincerci che non è normale quello che sta accadendo. Non è normale nella nostra Ragusa. Dove, evidentemente, alcuni fenomeni stanno prendendo piede sino a diventare sempre più presenti. E non accetteremo mai che questa possa diventare la normalità”. Chiavola ricorda anche di “aver raccolto la preoccupazione dei sacerdoti che, negli ultimi giorni, hanno visto violare gli edifici di culto, in centro così come in periferia. “In alcuni casi, per fortuna – continua Chiavola – grazie ai sistemi di videosorveglianza è stato possibile appurare che cosa era accaduto. E, però, da qui a risalire agli autori ce ne corre. Resta il danno e il senso di impunità che, purtroppo, ti assale quando rimani vittima di episodi del genere. Abbiamo anche dovuto fare i conti, nelle ultime settimane, con i casi di scippo nella zona di piazza Cappuccini piuttosto che nell’area della chiesa dell’Ecce Homo. Sembra quasi che la microcriminalità stia prendendo coraggio.
Ecco, è proprio quello che bisogna evitare. Sono necessari dispositivi di monitoraggio per garantire sicurezza ancora più efficaci di quelli già attivati. E’ indispensabile che la percezione di questa stessa sicurezza, minata, tra l’altro, da sempre più presenze sul fronte dello spaccio in alcune zone critiche del centro storico, possa tornare alta così come accadeva una volta. Ragusa non può subire tutto questo”. Ma già giovedì scorso 8 febbraio, e per una fortuita coincidenza che comunque è significativa di uno stato di preoccupazione generale, erano stati diffusi altri due comunicati stampa sullo stesso argomento dell’allarme criminalità in centro. L’associazione politico culturale Ragusa in Movimento, presieduta da Mario Chiavola, parlava di “centro storico sotto assedio” e proseguiva “siamo preoccupati. Perché nel giro di poche ore si è registrata una serie di episodi di microcriminalità che mettono a repentaglio la sicurezza di chi vive il nostro centro storico. Dall’accoltellamento di via Roma, al furto di monetine negli uffici giudiziari del palazzo ex Ina in piazza San Giovanni, passando per il furto nella chiesa di Santa Maria delle Scale e il tentato furto a Santa Lucia, qualcosa, evidentemente, non va”. Poi Chiavola aveva anche fatto una annotazione critica nei confronti dell’Amministrazione “la situazione deve essere monitorata con la massima attenzione. A nulla è valsa, finora, l’apertura del presidio di polizia locale in piazza San Giovanni. Anzi, paradossalmente, da quando è stato inaugurato si è registrata una escalation di episodi che fanno stare poco tranquilli tutti coloro che, per varie ragioni, orbitano da queste parti.
Come muoversi? Quale soluzione trovare? Di certo, l’amministrazione comunale deve cercare di fare ulteriormente squadra con le forze di polizia nel tentativo di contenere l’irruenza e gli atteggiamenti da stigmatizzare di presenze indesiderate. Non pensiamo sia così difficile, al di là della relativa disponibilità di mezzi e uomini, monitorare un’area tutto sommato circoscritta come il centro storico superiore di Ragusa. Anche in questo caso sono necessarie risposte efficaci. Su cui non si può più stare tanto a sottilizzare, vista la recrudescenza dei fenomeni”. E a rincarare la dose era intervenuto anche il coordinatore cittadino di Italia Viva, Filippo Angelico, che ha parlato addirittura di “centro storico a pezzi” ed esortava “si abbia l’umiltà di ammettere che esiste una grossa questione che deve essere risolta con l’aiuto di tutti”. Angelica però si è voluto togliere un sassolino dalla scarpa ed affermava, riferendosi alla polemica di qualche settimana fa avviata nei suoi confronti dalla vicepresidente di Direzione Ragusa, il movimento che si rifà al sindaco Cassì, “e meno male che ero io a cercare visibilità. Senza invece avere l’onestà intellettuale di ammettere che abbiamo a che fare con un centro storico a pezzi dove i recenti tristi episodi dimostrano, purtroppo, che c’è moltissimo da fare, con l’aiuto di tutti, senza creare contrapposizioni politiche che non servono”. A proposito delle ultime vicende che hanno riguardato piazza San Giovanni, via Roma, la chiesa di Santa Maria delle Scale e quella di Santa Lucia Angelica ha voluto così rispondere alle riflessioni della vicepresidente di Direzione Ragusa, Maria Grazia Criscione, secondo cui, invece, “si cavalcano stereotipi”. E ha proseguito “alla faccia degli stereotipi, quanto accaduto nelle ultime ore dimostra che il problema è, purtroppo, vivo e pressante.
Sono indispensabili soluzioni adeguate. Non serve inaugurare i contenitori, vedi i cantieri tuttora in corso o quelli già completati, se poi manca la gente che li deve animare. Se l’amministrazione Cassì non se n’è accorta, è in corso una fuga senza ritorno dal centro storico. E queste ultime vicende non aiutano. Piuttosto, quindi, si abbia l’umiltà di comprendere che esiste una grossa questione e che è necessario impegnarsi al massimo per cercare di risolverla. Magari un atteggiamento più collaborativo rispetto alle proposte che facciamo potrebbe risultare utile”. Per chiudere questa lunga elencazione di interventi sul centro storico riportiamo infine una nota, sempre di giovedì scorso, di Mario Chiavola consigliere dem che non riguarda in specifico la criminalità ma un episodio di degrado urbanistico che in ogni caso è significativo di scarsa attenzione per il centro cittadino. Chiavola segnala “il degrado del sottopassaggio ferroviario esistente tra via Napoleone Colajanni e via Palma di Montechiaro, un’area che sembra essere diventata off limits” e spiega “era stato inaugurato con l’intento di farlo diventare un percorso che tendesse a valorizzare un’area specifica della città. Oggi, purtroppo, non solo questo intento è fallito ma l’intero sito versa in un degrado a dir poco preoccupante. Purtroppo è diventata un’area off limits, ricettacolo di rifiuti e luogo preferito dei soliti incivili che espletano all’aperto i propri bisogni fisiologici. Inoltre, tra l’immondizia conferita anche vecchi vestiti dismessi per non parlare di altro. In più, in periodo serale ci segnalano che il sito ospita spesso persone sospette che non contribuiscono a garantire la tranquillità dell’intera area. Per questo chiedo all’amministrazione comunale di garantire intanto un’azione di ripulitura del sito e poi, attraverso l’attivazione di specifici sistemi di telesorveglianza, di assicurare un monitoraggio ad hoc dell’intera zona. Sembra che la manutenzione ordinaria non sia affare di questa Giunta che non riesce proprio a garantire risposte adeguate su tale versante”. (daniele distefano)