Dopo aver tenuto banco per l’intera settimana scorsa, la bocciatura del disegno di legge per la riforma delle Province, avvenuta all’Assemblea Regionale Siciliana, trova ancora un commento nelle parole del sindaco di Ragusa Peppe Cassì. Questa la dichiarazione del primo cittadino. “Il senso della democrazia si compie quando si affrontano i problemi concreti dei cittadini secondo la logica del perseguimento del bene comune. Coloro che rivestono incarichi politici per essere stati per ciò eletti dal popolo dovrebbero orientare le loro scelte ispirandosi sempre al superiore principio.
La proposta di legge regionale che prevede la reintroduzione delle Province, assecondando una richiesta pressante dei territori e sulla base di un orientamento trasversale ai partiti largamente condiviso anche dalla stragrande maggioranza degli amministratori locali, è stata bocciata, a scrutinio segreto. Dall’analisi politica successiva è emerso che le ragioni del voto contrario, lungi dallo scaturire da una valutazione sul merito della riforma, sarebbero state: “ritorsioni sul precedente voto, delusi dalla lotteria dei manager della sanità, inviperiti per le presidenze delle province promesse ad altri alleati, impauriti da un voto ravvicinato che scoprirebbe alcuni altarini territoriali, rivoltosi contro le dinamiche di potere nei singoli partiti” (Mario Barresi – La Sicilia). Che il voto su una riforma, giusta o sbagliata che sia, che definisce l’articolazione democratica dei poteri territoriali con effetti per i prossimi decenni, incidendo su competenze (scuole, strade, gestione rifiuti, ecc.) di enorme importanza per le comunità siciliane, sia utilizzato da una parte numericamente significativa degli “onorevoli” eletti del popolo siciliano, per i miserabili scopi sopra evidenziati, provoca sgomento e nausea.
E c’è da credere che i protagonisti avranno gioito ed esultato in cuor loro, e magari suscitato ammirazione in taluni esperti di politica, per l’abilità strategica dimostrata. La stessa melensa ammirazione che suscita in taluni tifosi il calciatore baro che cade da solo in area ottenendo un rigore a favore. La politica come un’arena senza regole dove furbizia e piccoli interessi di bottega prevalgono. La gente comune assiste sconcertata, e come qualcuno ha detto, “a forza di compiacere gli ultras delle curve, lo stadio della politica continua a svuotarsi”. Una dichiarazione, quella del sindaco Cassì, che si commenta da sola. Quasi un passaggio dal ‘civismo’ all’antipolitica ? Ma anche a dare piena ragione alle affermazioni giornalistiche riportate da Cassì, non sarebbe il caso di ricordare che il ddl di riforma degli enti intermedi era uscito dalla 1 Comissione Ars per gli affari istituzionali, presieduta da Ignazio Abbate, priva del parere positivo degli Uffici regionali ed è stata respinta in votazione da ben 40 parlamentari, cioè quelli di opposizione e un buon numero di altri della maggioranza che sorregge Schifani ? (da.di.)