Il prossimo spettacolo della stagione di prosa del Teatro Garibaldi di Modica sarà l’intenso dramma di Thomas Stearns Eliot dal titolo “Assassinio nella Cattedrale”, in scena sabato 24 febbraio alle ore 21 e domenica 25 febbraio alle ore 18.30. Con protagonisti gli eccelsi Moni Ovadia e Marianella Bargilli, sul palco con Agostino Zumbo, Alice Ferlito, Viola Lucio, Rosario Minardi, Pietro Barbaro, Giampaolo Romania, Giovanni Arezzo, Plinio Milazzo, Giuseppe Parisi, e con la regia di Guglielmo Ferro, la storia racconta gli ultimi giorni dell’Arcivescovo di Canterbury, Thomas Becket, e la sua brutale uccisione, avvenuta nel 1170, proprio all’interno della cattedrale per mano di quattro cavalieri.
Al centro della trama vi è la contrapposizione tra il re Enrico II d’Inghilterra e Thomas Becket, suo amico e consigliere, il quale, una volta diventato arcivescovo, decide di difendere la Chiesa e la sua autonomia dal potere temporale del sovrano. Rappresentata per la prima volta nel 1935, l’opera non è semplicemente il resoconto di avvenimenti storici, ma è soprattutto nel rapporto tra diversi poteri che trova la sua forza. “Mai come oggi – spiega nelle note di regia Guglielmo Ferro – il capolavoro di Eliot rappresenta una testimonianza senza tempo sul rapporto fra opposti, nel cuore della civiltà occidentale: Potere Temporale e Potere Spirituale, Ragione e Fede, Individuo e Stato. Libertà e Costrizione. Il nostro allestimento mira a questa “trasversalità” storica – continua Ferro – a questa “atemporalità”, orientata a togliere la matrice specifica a questo conflitto, restituendola ad una dimensione più generalmente estesa.
Una scelta confermata anche dalla presenza di un Maestro del Teatro Civile più genuino che il nostro Paese esprime in questo momento: Moni Ovadia. Artista, attore, “cantore dell’impegno”, che, anche nella sua appartenenza alla cultura “yddish”, suggerisce una polifonia di linguaggi ed istanze antropologiche, oltre che storiche, civili e sociali”. “Assassinio nella Cattedrale”, esplorando le lotte di potere e le contraddizioni umane, suscita domande e riflessioni su potere e fede, e fa sì che lo spettacolo sia sì un dramma intriso di storia, ma anche denso di attualità e umanità. “Grandissimi attori in scena, una straordinaria regia e un dramma molto intenso – commentano il presidente della Fondazione Teatro Garibaldi, Maria Monisteri, e il sovrintendente, Tonino Cannata – L’opera ha già riscosso notevole successo durante le varie repliche, e siamo sicuri che anche il nostro pubblico apprezzerà questo imperdibile spettacolo”.