“In considerazione del fatto che da tante parti ci viene richiesto a che punto si è circa la “querelle” sulla richiesta fatta dal vescovo, circa l’inserimento di San Giorgio martire nel calendario liturgico regionale come Patrono egualmente principale di Ragusa, dichiariamo che la Congregazione per il Culto Divino, a detta di mons. Vittorio Francesco Viola, segretario della stessa, a un gruppo di noi che lo ha incontrato per chiarimenti, “non ha depatronizzato San Giorgio”.
Inoltre, sempre in questo incontro, avvenuto il 14 dicembre scorso presso Città del Vaticano, sulla base di documenti storici presentati e sulla viva e continua tradizione della nostra città, sebbene il Motu Propriu “De Patronis Costituendis” di S. Paolo VI, prevede per ogni città che vi sia un solo Patrono principale, per Ragusa è possibile “l’eccezione” che lo stesso documento pontificio prevede”. Lo dice in una nota l’associazione storico culturale San Giorgio di Ragusa. “Per cui – prosegue la nota – Ragusa può avere due patroni egualmente principali. A conclusione di questo incontro, mons. Vittorio Francesco Viola comunicava al parroco, il sacerdote Pietro Floridia, e alla delegazione che per questo motivo avrebbe contattato personalmente il vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa.
Per conoscere l’esito di questa telefonata abbiamo incontrato una prima volta mons. La Placa il quale nonostante non aveva ancora ricevuto nessuna comunicazione da parte del Dicastero, ci ha assicurato che si sarebbe impegnato a sostenerci; ci siamo inoltre incontrati una seconda volta a distanza di qualche mese e anche in questa occasione ci ha comunicato che pur avendo contattato telefonicamente il segretario della Congregazione, bisognava aspettare la decisione finale della stessa. Per tanto aspettiamo fiduciosi che la Congregazione d’accordo con il nostro Vescovo diocesano, al più presto pongano fine con equità e giustizia mediante un esito che non spazzi via la storia, la tradizione della nostra città e consenta finalmente al popolo ragusano di onorare anche liturgicamente due Patroni legati da un’unica fede e dalla storia di una città”.