L’evento sismico di magnitudo 3.0 verificatosi ieri sera al Vesuvio è stato considerato di relativamente forte intensità dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Questi eventi, anche se rari, sono spiegati come la conseguenza di un parziale e locale riattivazione di faglie che interessano il basamento dell’edificio vulcanico.
In una nota ufficiale, l’INGV ha sottolineato che il Vesuvio è un vulcano attivo con una caratteristica sismica, legata alla normale evoluzione del vulcano durante i periodi di quiescenza. La sismicicità del Vesuvio è distinta da quella dei Campi Flegrei, essendo legata a dinamiche vulcaniche differenti. Nel Vesuvio si verificano regolarmente centinaia di eventi sismici di bassa magnitudo, generalmente non avvisati dalla popolazione. Periodicamente, si osservano eventi di maggiore energia, come quello registrato nel marzo dell’anno precedente con magnitudo 2.8.
Gli eventi sismici di intensità come quello di ieri sono più rari e solitamente rappresentano casi isolati. A differenza degli eventi più comuni, possono verificarsi al di fuori dell’asse craterico ea profondità maggiori, correlati alla parziale e locale riattivazione di faglie nel basamento dell’edificio vulcanico.
L’INGV ha ricordato che, nonostante la rarità di questi eventi, tutti i sistemi di sorveglianza sono costantemente attivi per monitorare i parametri fisici e chimici del Vesuvio. Al momento, la rete multiparametrica di monitoraggio non ha rilevato anomalie che possono indicare variazioni significative nello stato dinamico del vulcano. Pertanto, il livello di allerta attuale è verde.
Il comunicato conclude affermando che questi terremoti isolati non forniscono informazioni particolari sull’attività del vulcano, ma la sorveglianza continua è essenziale per rilevare tempestivamente eventuali variazioni che potrebbero indicare uno stato diverso del sistema vulcanico.