Dopo il successo del Superbonus nel settore edilizio, arriva ora una nuova agevolazione nel mondo del lavoro. Il governo sta lavorando per inserire nella riforma fiscale una deduzione del costo del lavoro fino al 120%, con un aumento fino al 130% per specifiche categorie di lavoratori, come giovani, donne e beneficiari del reddito di cittadinanza.
Secondo stime governative, questa misura potrebbe coinvolgere circa 380.000 imprese. Il nuovo sistema di incentivi sarà attivo per tutte le assunzioni a tempo indeterminato firmate a partire dal primo settembre di quest’anno fino al 31 dicembre 2025.
I dettagli della deduzione Il nuovo Superbonus sarà parte di un pacchetto di misure presentato al Consiglio dei Ministri il 30 aprile, alla vigilia della festa dei lavoratori.
La super deduzione sarà concessa solo se i soggetti beneficiari hanno effettivamente svolto l’attività nei 365 giorni precedenti il primo giorno del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 (o 366 giorni se il periodo include il 29 febbraio 2024). Inoltre, l’assunzione deve portare effettivamente a un aumento del numero di dipendenti a tempo indeterminato nell’azienda, con un numero maggiore di dipendenti alla fine del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 rispetto alla media dei dipendenti a tempo indeterminato occupati nel periodo d’imposta precedente.
L’aumento dell’occupazione registrato a febbraio dall’Istat (+142.000 lavoratori permanenti) sembra già avere prodotto un impatto significativo. Più sarà alto il numero di assunzioni nel corso del 2024, maggiore sarà l’incentivo ottenuto.
I destinatari Il nuovo Superbonus sul lavoro sostituisce il precedente incentivo edilizio e coinvolgerà società di capitali, enti non commerciali (limitatamente ai nuovi assunti impiegati nell’attività commerciale), società di persone e simili, imprese individuali, società ed enti non residenti (per l’attività commerciale svolta sul territorio tramite una presenza stabile) e professionisti che operano in modo autonomo, comprese associazioni professionali o società semplici.
Saranno esclusi dall’agevolazione i titolari privi di reddito d’impresa, come gli imprenditori agricoli e coloro che svolgono attività commerciale occasionale, e le società o enti in fase di liquidazione ordinaria, liquidazione giudiziale o altre situazioni legate alla crisi aziendale.
Oltre al Superbonus sul lavoro, la bozza in discussione include il ritorno dell’aliquota al 10% sui premi di produttività fino a 3.000 euro e un bonus tredicesima, definito come “indennità” fino a 100 euro per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 28.000 euro, con coniuge e almeno un figlio a carico. A causa delle risorse limitate, questa misura sarà valida solo per il 2024.
Discussione con i sindacati I dettagli del decreto saranno illustrati oggi ai sindacati durante l’incontro a Palazzo Chigi tra il governo e i rappresentanti dei lavoratori, in occasione della presentazione del decreto Coesione. Quest’ultimo sarà esaminato dal Consiglio dei Ministri il giorno successivo, martedì, e prevede un forte impulso all’occupazione.
Si prevede di destinare 43 miliardi provenienti dalla programmazione 2021-2027 per politiche del lavoro, sociali e di sostegno alle imprese. Questi fondi, insieme al cofinanziamento nazionale, raggiungono i 74 miliardi e non sono limitati solo alle regioni.