Il Sol dell’avvenire. Un film che dal titolo ha tutto il sapore della nostalgia. Moretti tenta di proporre il film che racconta la sua vita. Una narrazione ove si trova di tutto. L’omaggio ai grandi del cinema da Fellini a Scorsese, passando per l’archstar Renzo Piano.
Ma quello che sembra essere centrale nel film sono i suoi temi classici, la depressione, le ansie, le angosce e un po’ di condimento amoroso che non guasta, con le varie crisi che l’attraversano. Pare che venga fuori anche il suo modo di rapportarsi all’amore.
La sua esistenza da intellettuale illuminato e creativo ma presente alle vicissitudini dei tempi moderni confligge con la storia del XX secolo così come si è determinata. Infatti da una parte la voglia di utilizzare le nuove tecnologie che rivoluzionano tutte le arti, dall’altra le resistenze al nuovo mercato globale – Neflix – che propone di invadere tutte le sale cinematografiche e non solo, dei 190 paesi del mondo.
Moretti, inoltre vorrebbe riscrivere la storia. La sconfitta dell’Occidente avrebbe avuto un altro epilogo se il PCI avesse avuto più coraggio e nel 1956 invece di arroccarsi ed accettare la posizioni del Partito Comunista Sovietico avesse condannato l’invasione dell’Ungheria. Una condanna a Togliatti senza appello.
UN film che vorrebbe avere varie e tante narrazioni (con un film nel film con una scena cruenta in cui si sofferma eccessivamente) che interseca il suo desiderio di interagire con altre varie emozioni: in particolare per la canzone italiana dei nostri grandi cantautori.
Un’ opera che ha il sapore della nostalgia, del rimpianto, dell’illusione, la consapevolezza della sconfitta, ma con il sogno che la Storia avrebbe potuto intraprendere un altro percorso.
Credo che sia uno dei migliori film di Moretti, nell’attesa che nei prossimi cinque anni realizzi un altro suo prodotto.
POZZALLO 2023