La settimana politica ragusana che si avvia a chiusura è stata dominata dalle discussioni ed interventi vari sull’approvazione in aula del nuovo Piano Regolatore Generale della città. E discussioni e polemiche hanno continuato a vertere su alcuni aspetti che si erano evidenziati prima della seduta conclusiva e che nonostante l’esito positivo rimangono aperti al dubbio. In primis il problema della incompatibilità presunta ma non dichiarata dei consiglieri di maggioranza Marco Antoci e Maria Grazia Criscione. Per molti si sarebbe trattato di un escamotage per non far mancare il numero di consiglieri necessario a rendere valide le sedute. Anche se i due consiglieri citati pur non dichiarando la propria incompatibilità tuttavia non hanno partecipato alle sedute e alla votazione finale. La questione è stata oggetto di approfondimento nella seduta consiliare di martedì scorso, quando il segretario comunale ha detto che tale incompatibilità si sarebbe dovuta dichiarare e che quindi la seduta non sarebbe stata valida. Da parte sua Marco Antoci invece, che peraltro è segretario comunale in un centro del Palermitano, ha continuato a sistenere che non c’era obbligo di dichiarare l’incompatibilità.
Altro protagonista della discussione sul Prg il Partito Democratico che aveva anticipato il resoconto del proprio operato e del proprio voto favorevole in una conferenza stampa già lunedì mattina scorso. Due i punti su cui ha insistito il consigliere comunale e segretario cittadino dem Peppe Calabrese, la rivendicazione che grazie ai numerosissimi emendamenti presentati dal partito si è reso il progetto dell’amministrazione più consono ai bisogni della città, evitando un abnorme consumo del territorio, e che la questione delle incompatibilità era un falso problema, probabilmente agitato da forze oscure che avrebbero ‘gradito’ un intervento commissariale regionale per espropriare i rappresentanti legittimi dei cittadini della facoltà di discutere lo strumento urbanistico. Posizione che era stata già precedentemente espressa anche dal movimento Territorio il cui consigliere Angelo Laporta aveva votato anch’egli a favore. Anche se questa posizione di allineamento all’amministrazione pare abbia provocato malumori in qualche esponente apicale del movimento stesso.
Del resto la posizione ‘accomodante ‘ del Pd era stata evidenziata da Fratelli d’Italia, forte della intransigente posizione contraria del consigliere Rocco Bitetti. Questi aveva infatti esortato l’amministrazione Cassì a chiedere pareri esterni sulla questione delle incompatibilità e rimandare anche di poco la seduta finale. Di fronte alla chiusura da parte dell’amministratore Bitetti aveva abbandonato la votazione provocando una scomposta reazione dell’assessore e vicesindaco Giuffrida che lo aveva attaccato violentemente e personalmente. Immediato sostegno a Rocco Bitetti del deputato regionale Giogio Assenza e del senatore Salvo Sallemi. In campo era sceso anche il coordinatore cittadino meloniano Luca Poidomani che aveva replicato ad una serie di affermazioni del segretario dem Calabrese “ricordiamo a Calabrese che lui è un membro dell’opposizione e che questo fa sì che, come tutti noi, avrebbe dovuto fortemente ricercare la verità. Di fatto, invece, il Pd ha sicuramente aiutato la maggioranza in questo percorso di alleanza trasversale ad approvare il Piano regolatore. Lui dice per il bene della città, noi diciamo che in realtà il bene della città passa anche da un percorso obbligato che è quello della chiarezza, innanzitutto, giusto per non ledere il rapporto fiduciario tra eletto ed elettore. Ma si sa che a volte, come diceva un nostro caro amico di cui tutti conosciamo il nome, il potere logora chi non ce l’ha”.
Nel dibattito politico sul Prg è infine arrivata anche la presa di posizione di Italia Viva Ragusa. Il suo coordinatore cittadino Filippo Angelica è lapidario “il metodo adottato avrà fatto storcere il naso all’elettorato di Cassì. Ma che senso ha avuto operare in questo modo? Snaturata ogni visione politica”. Angelica afferma in buona sostanza che quello approvato non è il Prg di Cassì “ma è il frutto di una “mercificazione politica” e, quindi, non può essere il Prg della città che voleva Cassì. Quindi, la mediazione intervenuta fa pagare sicuramente questo prezzo ai cittadini”. E per chiudere il coordinatore ragusano del partito di Renzi lancia l’ultimo affondo “per certi versi, è anche incomprensibile quello che è accaduto, visto e considerato che il sindaco, animato legittimamente dallo spirito del civismo, aveva affermato che si sarebbe voluto smarcare dai partiti, come poi in effetti ha fatto. Mentre, adesso, risulta che ha votato il Prg assieme al Pd. Qualcosa non quadra”. (daniele distefano)