Venerdì 24 maggio alle ore 17,30 nella Sala “Giovanni Molè” del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, in viale del Fante 10, si terrà la presentazione del libro “Implementare la rete UNESCO del Liberty di Ernesto Basile e del Sud-Est della Sicilia” di Corrado Monaca (Nemapress edizioni).
Dopo i saluti del Commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale Patrizia Valenti, ne discuteranno con l’autore: Neria De Giovanni, presidente dell’Associazione Internazionale dei critici letterari (AICL) affiliata all’UNESCO; Valter Macchi, architetto e urbanista, prefatore del volume; Alessandro Lo Faro, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Catania; Nino De Marco, sopraintendente per la Provincia di Ragusa ai Beni Culturali e Ambientali. L’evento si svolge con il patrocinio del Libero Consorzio Comunale, dei dodici Comuni iblei e del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Catania.
Monaca, direttore strategico dell’AICL per l’Italia della transizione ecologica, professionista e operatore politico-culturale, si è occupato in un precedente lavoro dell’architetto Ernesto Basile (1857-1932), padre del Liberty e autore del trattato “Architettura, dei suoi principi e del suo rinnovamento” (1881) che rivoluzionò il concetto di progettazione degli edifici abitativi, includendo non solo gli spazi interni ed esterni, ma anche le luci, gli arredi e la decorazione delle pareti, insieme all’integrazione del paesaggio circostante con l’ambiente umano.
Nel libro “Implementare la rete UNESCO del Liberty di Ernesto Basile e del Sud-Est della Sicilia” l’autore formula la proposta di inserire gli edifici e le architetture in stile Liberty della Sicilia nella lista del Patrimonio mondiale UNESCO e promuoverne la valorizzazione, la tutela e la trasmissione alle generazioni future, con importanti ricadute in termini culturali, turistici ed economici. La proposta di Monaca consentirebbe di realizzare una mappa del Liberty Siciliano, salvaguardando così ville e villini del primo Novecento, che in questi anni sono scomparsi silenziosamente dalle nostre città per lasciare il posto ad anonimi palazzoni.