Ragusa – Il movimento spontaneo degli agricoltori, allevatori, produttori e consumatori iblei, il 24 maggio scorso è stato invitato a partecipare ad una riunione presso l’assessorato allo Sviluppo economico del Comune di Ragusa, promossa dall’ assessore Massari, come concordato in una precedente riunione, alla presenza del Sindaco di Ragusa, Cassì, del Sindaco del Comune di Chiaramonte Gulfi, Cutello, del Sindaco del Comune di Vittoria, Aiello, del Sindaco del Comune di Giarratana, Giaquinta, del deputato regionale Giorgio Assenza, del senatore Sallemi.
Il movimento, constatata l’assenza dei rimanenti sindaci iblei e degli altri deputati regionali, appreso che i sindaci della provincia hanno riscontrato finora difficoltà per la stesura della CARTA RAGUSA in merito a diverse visioni politiche, ringrazia i sindaci intervenuti all’incontro per l’impegno preso per la sollecita stesura della stessa.
Il movimento, in attesa della versione ufficiale e pubblica di questa CARTA RAGUSA che potrebbe indicare le linee guida per una maggiore tutela delle categorie del comparto agroalimentare, indispensabile a nostro avviso, per avviare una vera interlocuzione con le istituzioni preposte a risolvere concretamente i problemi che attanagliano il settore e per non continuare a proclamare soluzioni inadeguate e improduttive atte a coprire l’incapacità della classe politica, alimentata dalle organizzazioni professionali agricole, e dei dirigenti regionali e nazionali, dichiara che la protesta è ancora un momento necessario ed essenziale.
Durante la riunione, il movimento spontaneo degli agricoltori, allevatori, produttori e consumatori iblei ha potuto apprezzare il coinvolgimento di padre Salvatore Cerruto, della diocesi di Noto, il quale si è impegnato a coinvolgere i Vescovi della Diocesi di Ragusa, Noto e Siracusa, per sensibilizzare la collettività e lanciare un messaggio forte e civile alla classe politica dirigente e cioè quello che se non si interviene in maniera immediata e concreta a favore dell’agricoltura siciliana, le piccole imprese agricole sono destinate a sparire.
Il movimento è consapevole del fatto che in realtà, nonostante i proclami, non vi siano, sia alla Regione che al Governo Centrale, somme destinabili al comparto ed immediatamente spendibili; in questo è stato purtroppo estremamente chiaro e trasparente il Senatore vittoriese Salvo Sallemi, ma allargare le braccia da parte dei politici sarebbe accettabile per noi se le dichiarazioni ridicole e false del Ministro Lollobrigida non avessero invece millantato tutt’altro e cioè ad esempio l’avvenuta moratoria dei debiti e tutti gli altri interventi su cui non desideriamo entrare nel merito in quanto non resi ancora ufficiali. Non ha senso fare un passo indietro su farina di grilli, carne e latte sintetici se poi dall’altra parte contemporaneamente non si aiutano realmente le piccole aziende a conduzione familiare che stanno boccheggiando.
Le organizzazioni sindacali, come la Coldiretti, avendo una struttura piramidale che impone dall’altro il da farsi, si sono accorte tardivamente del reale problema che sta vivendo la «base» e sta cercando in modo raffazzonato ed incoerente di risorgere tramite l’organizzazione di una manifestazione da farsi a Palermo domani, il 28 maggio, che ha l’obiettivo solo di tentare di riacquistare la fiducia ormai persa da parte dei propri iscritti e ottenere visibilità mediatica in previsione delle prossime elezioni europee.
Si spera che questa lezione sia servita al presidente della Regione e a tutto il suo governo.
Giorgio Spadaro, allevatore modicano : «In attesa che questa farsa elettorale volga al termine, i produttori saranno costretti a vendere quanto prima e più possibile i propri prodotti per immettere liquidità nelle casse delle loro aziende e sostenere i costi ordinari, straordinari e pagare la quarta rata della rottamazione quater. Ad esempio io personalmente sarò costretto a portare al macello alcune delle mie bestie, iscritte al libro genealogico, selezionate, nate e cresciute in azienda, per monetizzare e così contrastare l’ormai chiaro disegno politico europeo, con la complicità del governo nazionale, di voler trasferire le produzioni altrove, favorire i grossi investitori che troveranno così la strada spianata per assorbire e fagocitare le nostre piccole aziende, da sempre fonte di benessere e onestà del nostro territorio.»
E’ indecente assistere impotenti allo strapotere delle lobby presenti nel territorio che affollano i vari tour elettorali a caccia di voti e consensi.
Il movimento fa un appello a tutti gli agricoltori chiedendo di resistere ancora questi ultimi 15 giorni per poi riunirci subito dopo le elezioni europee in modo unitario e senza alcun rischio di subire strumentalizzazioni da parte delle organizzazioni sindacali professionali.
La «squadra» degli agricoltori, degli allevatori e dei consumatori sarà vincente solo se compatta, senza estremismi, e potrà così imporre ai governi, regionale, nazionale ed europeo, la propria linea; presupposto indispensabile per continuare a produrre e mangiare prodotti nostrani e genuini.