Ragusa – “Reclutare medici che arrivano dall’altra parte del mondo non è la soluzione ai problemi della sanità pubblica italiana”. Così Carlo Vitali, presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Ragusa, esordisce nel suo pensiero relativamente al dibattito sollevato dall’intervento del presidente nazionale della Fnomceo Filippo Anelli sul reclutamento di medici cubani o argentini per sopperire alla mancanza di sanitari. “Non discuto la professionalità dei medici stranieri – afferma Vitali- ma è chiaro che questi professionisti si trovano a lavorare in un contesto completamente diverso da quello in cui si sono formati, con leggi diverse e dinamiche differenti. La soluzione, allora, si deve trovare investendo seriamente sui nostri giovani”.
Quello del reclutamento dei medici stranieri è solo una delle questioni tirate in ballo del presidente dell’Ordine di Ragusa che sviscera anche altre criticità che limitano la sanità pubblica. “Un altro problema serio da affrontare – aggiunge infatti Carlo Vitali- è quello legato all’affidamento della fornitura dei servizi alle Cooperative, scelta che fa lievitare i costi della sanità, declassifica la classe medica e talvolta mortifica il lavoro dei nostri professionisti. Bene ha fatto, quindi, la Regione Lombardia a stoppare le esternalizzazioni dei Servizi Sanitari nel SSN, sarebbe bene che anche la Regione Sicilia ne prendesse l’esempio e che la nostra ASL spingesse in tale direzione, nella prospettiva di riduzione dei costi e aumento della qualità dei servizi offerti”. La posizione esternata dal presidente Vitali è la stessa già dichiarata da diversi altri Ordini.
“Negli ultimi anni – conclude Vitali- la nostra categoria ha subito una serie di scippi e non possiamo più tollerare questa situazione. È ora che si cambi rotta e, a tal proposito, devo dire che fa ben sperare l’ultimo disegno di legge approvato dal Governo in materia di sblocco di liste di attesa. La sanità pubblica deve essere rilanciata e valorizzata con interventi strutturali e non con misure palliative”.