Comiso – ‘U tabbacchinu ri ronna Librata’. Ci piace riprendere, parafrasandolo e leggermente modificandolo, l’incipit di un bel pezzo giornalistico che la rivista nazionale di categoria, ‘La voce del tabaccaio” ha dedicato, nel numero appena uscito, ad una realtà iblea, comisana per la precisione, la tabaccheria della famiglia Leonardis. La Librata in questione è Liberata Maria Cesareo capostipite della famiglia. Una realtà non solo imprenditoriale ma anche di microstoria sociale e civile di cui si sta facendo promotrice la giovane Alessandra Leonardis, appartenente all’ultima generazione di questa famiglia (nella foto), le cui mosse risalgono al 1892, quando Liberata, madre del nonno di Alessandra aprì una merceria che nel 1927 fu con Decreto Regio elevata a tabaccheria del Monopolio di Stato con il numero 9.
Una numerazione che non rende giustizia alla più antica rivendita di tale categoria: ma le cose andarono così perché non si seguiva la cronologia. Ringraziamo Alessandra per averla voluta condividere con il Quotidiano di Ragusa. E dalla giovane erede di questa storia esemplare apprendiamo che il negozio divenne man mano un emporio in cui si vendeva di tutto, comprese cartucce per la caccia e polvere da sparo per frantumare e poi lavorare la famosa pietra di Comiso, ma anche giocattoli, fertilizzanti e prodotti per l’agricoltura. Ma dai ricordi familiari custoditi gelosamente da Alessandra emergono anche tanti aneddoti, con il nonno Vincenzo che in periodo bellico vendeva le sigarette sfuse attraverso uno sportellino sul portone del retro. Oppure la passione di nonna Carmela Frosina per il caffè che acquistava in grani, macinava e imbustava per la vendita. Passione ereditata da Vincenzo, fratello di Alessandra e suo coadiutore nella gestione dell’attività di famiglia nella quale entrambi (con una differenza di età di soli 23 mesi) sono praticamente entrati in carrozzina da piccoli, dove sono cresciuti rovistando tra gli scaffali alla ricerca di cioccolato e dove sono rimasti fino ad oggi, in quei locali dove il tabacchino ha sempre avuta la propria sede fin dal 1892.
Poi Alessandra traccia le tappe di questa vicenda professionale ma soprattutto umana: a fine 800 la rivendita passa al bisnonno Giuseppe Leonardis, negli anni 40 al nonno Vincenzo, nel 2000 a nonna Carmela Frosina e nel 2008 ad Alessandra e a suo fratello Vincenzo. Nel leggere e nel raccontare questa storia ci sono tornate in mente, ma soprattutto nel cuore, storie reali eppure fantastiche simili, che ci hanno riportato quasi ad uno sogno, sospeso tra la Vigata di Camilleri e la Macondo di Garcia Márquez. Grazie Alessandra. (daniele distefano)